Il 31 ottobre 2018 si è concluso il processo di primo grado Aemilia con 125 condanne (cui se ne sommano altre 24 già comminate col rito abbreviato) e con alcuni risarcimenti alle parti civili, tra cui anche l'associazione degli autotrasportatori Fita Cna, cui i giudici hanno riconosciuto 40mila euro. Lo comunica la ex presidente dell'associazione, Cinzia Franchini, che durante la sua presidenza ha deciso la costituzione come parte civile in questo processo, che ha avuto tra gli imputati anche imprenditori e persino l'ex vice-presidente della Cna di Reggio Emilia Mirco Salsi (condannato in primo grado a nove anni e dieci mesi). "Fu la prima volta in Italia per una associazione di autotrasporto, una costituzione di parte civile osteggiata dalla Cna e votata non all'unanimità dalla mia stessa presidenza di allora", scrive sul sito Gli Stati Generali la Franchini.
La ex presidente della Fita aggiunge che la richiesta di costituzione "con tanta freddezza venne accolta dalla Cna nazionale e modenese", aggiungendo che il risarcimento "è la dimostrazione che il settore dell'autotrasporto è tra quelli a più alto rischio infiltrazioni e che spesso, vista la possibilità per molti di lavorare in nero (di questo si tratta), le aziende vengono usate come 'lavatrici' per riciclare contante, come dimostra del resto la confisca decisa dai giudici di molte aziende di autotrasporto: da Vertinelli a Giglio".
Franchini critica anche l'attuale dirigenza della Fita: "Purtroppo da quando è cessato il mio mandato di presidente Fita nessuno dell'associazione ha più partecipato alle udienze Aemilia e anche nel giorno della sentenza di ieri non era presente nessuno della Fita o della Cna nell'aula di Reggio. Questa è la realtà, una realtà triste al di là dei protocolli legalità e delle medaglie antimafia". Infine, Franchini ricorda che quando era presidente decise che l'eventuale risarcimento sarebbe stato devoluto all'associazione della stampa per iniziative legate alla libertà di informazione al giornalismo di inchiesta e "sarebbe un peccato che la promessa di allora non venisse rispettata".
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