La protesta in corso sul confine polacco-ucraino non accenna a placarsi e la controversia ha ora raggiunto i piani alti della politica. Nella giornata di sabato 25 novembre 2023, durante una conferenza dedicata all'export del grano, anche il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj è intervenuto sulla questione che ha definito delicata e che, secondo lui, merita un approccio istituzionale equilibrato. Pur riconoscendo che la situazione potrebbe ulteriormente riscaldarsi, Zelenskyj ha concesso tempo ai polacchi per sbloccare le frontiere, ma ha di fatto identificato loro come unici colpevoli del blocco in atto.
Durante il fine settimana è stato inoltre diramato un comunicato del sindaco di Lviv, Andriy Sadowy, che in un post sui social media ha definito vergognosa la protesta, invitando la Polonia ad un pronto ritorno alla realtà. Nella nota si legge che il blocco sta avendo un impatto significativo sulle consegne di beni umanitari ad un paese che sta difendendo, ad un prezzo altissimo, la propria indipendenza e la sicurezza dell'Unione Europea.
Anche le forniture di carburante sono a rischio ed il prezzo del Gpl è esploso drasticamente nelle ultime settimane, con aumenti che hanno superato il 30% in un mese. Pur riconoscendo i meriti dello stato confinante, che ha accolto e dato lavoro a milioni di profughi in fuga dalla guerra e che ha inviato aiuti umanitari e militari all'Ucraina, Sadowy ha sottolineato che un manipolo di marginalisti sta ora mettendo in discussione i rapporti tra i due Paesi ed ha invitato le istituzioni ad uno sblocco immediato dei valichi. Della stessa opinione è il primo ministro ucraino Serhiy Derkach, che nella giornata di sabato ha incontrato gli autisti in coda al confine vicino a Medyka, non lontano da Lviv, definendo la loro situazione drammatica e dichiarandosi pronto ad evacuarli in massa dall'area.
“Aspettano diversi giorni al freddo per arrivare in Polonia, tutto a causa della protesta che si sta svolgendo in alcuni valichi di frontiera”, ha dichiarato Derkach. “I nostri autisti soffrono temperature sotto lo zero a causa delle azioni di diverse persone che hanno bloccato il traffico con il consenso delle autorità locali. Abbiamo sollevato più volte le questioni riguardanti il cibo, l'igiene, la rotazione delle ambulanze e dei camion dei vigili del fuoco. Nonostante questo, vediamo ancora situazioni in cui cui le autorità locali approvano e fomentano la protesta”.
Il primo ministro ucraino ha aggiunto che “abbiamo proposto una serie di compromessi, il governo polacco e la Commissione Europea li conoscono, ma non è possibile trovare un accordo se l'unico desiderio è quello di bloccare il confine e se manca la volontà di negoziare. Stiamo facendo di tutto per continuare le trattative con l'Unione Europea e con il governo della Repubblica di Polonia per trovare una soluzione, per sbloccare la frontiera e anche per permettere ai nostri autisti di tornare a casa”.
A questo proposito, l'Ucraina avrebbe anche preparato un modulo per censire gli autisti in attesa ed organizzarne la successiva evacuazione, mentre il ministero della Ricostruzione ha inviato alla Commissione Europea una richiesta ufficiale per la creazione di un organo di monitoraggio della situazione al confine. Secondo l'UE, la protesta sarebbe stata autorizzata solo a patto di non intralciare la fornitura di prodotti primari, aiuti umanitari e armi all'Ucraina ma, nei fatti, starebbe causando una vera e propria emergenza umanitaria.
La precarietà delle condizioni di salute al confine è stata anche confermata dal presidente dell'Intenational Road Carriers of Ukraine, Volodymyr Balin, che in un comunicato ha annunciato la morte di un autista di 56 anni che aspettava di attraversare il confine da tre giorni e che si trovava in sosta in un parcheggio di Korczowa, nella Polonia sud-orientale. Secondo i rapporti della polizia polacca l'uomo sarebbe morto per cause naturali, probabilmente un attacco cardiaco, in un'area non compatibile con le proteste.
Le indagini sono ancora in corso ma le autorità ucraine hanno precisato che stress, freddo e condizioni precarie sono fattori che potrebbero aver influito sulla salute del conducente. I media di Kiev hanno inoltre riferito che un altro autista sarebbe deceduto nelle medesime condizioni il giorno 11 novembre, mentre aspettava di varcare il valico di frontiera Dorohusk-Jagodzin.
Ci sarebbero infatti tra gli 800 e i 1.300 mezzi in attesa di varcare i confini polacco-ucraini, anche se il numero varia a seconda della fonte presa in considerazione. Alcune testate polacche parlano addirittura di oltre 3.700 camion bloccati in una colonna di oltre trenta chilometri mentre il tempo di attesa, in alcuni valichi, raggiungerebbe i dieci giorni.
A peggiorare la situazione, già gravissima, è la notizia che gli agricoltori polacchi si sono uniti alle proteste prima a Medyka, uno dei corridoi più popolari, e successivamente in tutte le altre frontiere. Appoggiati dal partito politico Konfederacja e coordinati dall'associazione “Oszukana wieś” (Campagna ingannata), i contadini protestano nel tentativo di difendere l'economia nazionale ed i loro prodotti agricoli.
Secondo i primi comunicati, gli agricoltori si sentono traditi dal governo, reo di aver sostenuto norme dell'UE sfavorevoli alle imprese polacche, e la loro situazione sarebbe molto simile a quella dei trasportatori. L'apertura incondizionata del mercato ai prodotti agricoli ucraini ha infatti causato un crollo delle vendite del grano polacco, il cui prezzo è diventato improvvisamente troppo alto rispetto alla concorrenza ucraina, ritenuta sleale.
La situazione è in costante evoluzione e si attendono ulteriori sviluppi nelle prossime ore.
Marco Martinelli