Prosegue la protesta degli autisti del Gruppo polacco di autotrasporto Agmaz-Lukmaz, che ha interessato anche l’Italia. Alla fine di marzo 2023, circa trenta autisti dipendenti del Gruppo erano infatti in sciopero nei pressi di Vipiteno, a pochi chilometri dal Brennero. Nonostante l'arrivo sul posto di un rappresentante dell'azienda, l'accordo non è stato raggiunto ma le Autorità italiane hanno ordinato lo sgombero dell'area e la situazione è tornata in fretta alla normalità.
La protesta in Italia, tuttavia, era solo una piccola parte di una mobilitazione di dimensioni ben più grandi in atto in tutta Europa da un paio di settimane e che coinvolge circa duecento conducenti tra Belgio, Germania e Paesi Bassi. Una delle zone più calde della vicenda è sicuramente l'area di sosta di Grafehausen, sull'autostrada tedesca A5 tra Francoforte e Darmstadt, dove si sono riuniti ottanta autisti, in maggioranza georgiani e uzbeki. Sostengono di essere sfruttati, privati dei loro diritti fondamentali e di essere stati ingannati al momento della stipula del contratto con l'azienda.
Sarebbero infatti stati reclutati nel loro Paese di origine ed avrebbero firmato un contratto di mandato, uno dei più utilizzati in Polonia, che non è disciplinato dal Codice del Lavoro e che non obbliga gli imprenditori a rispettare alcun vincolo riguardo alla concessione di ferie e permessi, alla retribuzione del periodo di malattia o a tutele in caso di risoluzione unilaterale.
Come riportato da alcuni media georgiani, gli autisti non riceverebbero lo stipendio da oltre sessanta giorni, si aiutano l'un l'altro e vivono da molti mesi o addirittura da oltre un anno sui loro camion, nonostante le chiare direttive dell'UE contenute nel Pacchetto Mobilità, non facendo mai ritorno alla base né tanto meno alle loro famiglie. Segnalano inoltre di aver dovuto pagare di tasca propria il tirocinio e la formazione offerti dalla società, di essere stati costretti a pagare per danni ai mezzi a loro imputati e di non avere accesso alla documentazione riguardo alla loro assunzione o alla loro assicurazione sanitaria.
Le dichiarazioni sono state a più riprese confermate da diverse associazioni che stanno seguendo la mobilitazione, tra cui i sindacati Gtuc e Fnv, rispettivamente georgiano e olandese. Il responsabile area trasporti di Fnv, Edwin Atema, sta anche coordinando la distribuzione di cibo e bevande agli autisti, con l'aiuto di associazioni locali e della diocesi di Magonza, e sta dirigendo le trattative con Agmaz. Una delegazione della società è infatti giunta sul posto ed avrebbe promesso il pagamento di tutti gli arretrati non appena i mezzi fossero stati riconsegnati nella sede di Pobiedik Maly, a est di Cracovia.
Nonostante la consegna di alcuni camion, gli autisti non avrebbero ricevuto quanto pattuito e hanno anche dichiarato di aver subito minacce o addirittura pestaggi, motivo per cui nessun altro camion ha più lasciato l'area di Grafehausen. Insieme con la delegazione dell'impresa sarebbero arrivati sul posto anche diversi autisti di ricambio, che verosimilmente avrebbero dovuto riportare i mezzi in Polonia ma che si sono in realtà uniti alla rivolta.
Ad aumentare i malumori tra i dipendenti dell'azienda, ci sarebbe anche lo stile di vita sfarzoso dimostrato dei proprietari di Agmaz, i coniugi Lukasz e Agnieszka Mazur, che hanno recentemente pubblicato diversi post sui social a bordo della loro nuova Lamborghini o di altre auto di lusso di loro proprietà. I due, interpellati sulla vicenda, hanno dichiarato pubblicamente di non aver violato nessuna legge o normativa e di aver operato nel pieno rispetto dei diritti dei lavoratori, seppur ammettendo di aver avuto un leggero ritardo nei pagamenti degli stipendi a causa di un temporaneo calo della domanda di trasporto.
Nelle ultime settimane i titolari della società hanno anche rilasciato alcune dichiarazioni, riportate dai media polacchi, per mostrare la forza della flotta attuale, composta da oltre mille veicoli pesanti e in continua evoluzione. Il gruppo Agmaz, che oltre a Lukmaz comprende anche una terza società nota come Imperia, sembra infatti in forte crescita ed ha ordinato 375 nuovi camion negli ultimi 3 anni, 80 dei quali sono dei Mercedes Actros in consegna nel 2023. Nonostante gli scioperi in corso, sono decine le loro campagne social per reclutare nuovi autisti in diversi paesi dell'Europa orientale e dell'Asia.
In passato, molti dei loro conducenti provenivano dalle Filippine e dal Nepal, mentre oggi la ricerca sembra focalizzata su Georgia, Ucraina ed Uzbekistan. Gli annunci promettono stipendi da 80 a 88 euro al giorno, tirocini retribuiti, orari di lavoro regolari senza ore di guida notturne ed una flotta interamente Euro6 composta da mezzi Volvo, Scania e Mercedes. Molti sindacati stranieri stanno nel frattempo informando gli aspiranti autisti della situazione di sciopero e le autorità tedesche stanno indagando sulla vicenda, che sembra ancora lontana dall'essere risolta.
Marco Martinelli