Ieri è apparsa la prima bozza del decreto Clima, che già dalle prime ore è contestata dalle associazioni degli autotrasportatori. Il punto d'attrito è la possibilità di ridurre progressivamente, fino a una totale eliminazione, i sussidi "ambientalmente dannosi", ossia quelli che in modo diretto o indiretto incentivano l'uso di prodotti ritenuti dannosi per l'ambiente, tra cui il gasolio. In concreto per l'autotrasporto, ciò significherebbe intervenire sullo sconto alle accise che viene erogato trimestralmente alle imprese che usano veicoli industriali con massa complessiva superiore a 7,5 tonnellate e motori Euro 3 o superiori. Il testo diffuso il 18 settembre prevede la riduzione del 10% dal 2020, con eliminazione completa entro il 2040. Ricordiamo che per tale sconto lo Stato impiega 1,2 miliardi di euro l'anno.
In una nota diffusa oggi, il presidente di Conftrasporto Paolo Uggè afferma che il provvedimento sarebbe "un clamoroso autogol per lo Stato". Uggè spiega che "i tagli lineari che riguardassero l'autotrasporto sarebbero quantomeno inaccettabili, innanzitutto perché il Governo verrebbe meno all'impegno assunto con la categoria. In secondo luogo, perché in questo modo si penalizzerebbero anche i mezzi pesanti meno inquinanti come gli euro VI, con il solo risultato che i camion di tutte le categorie farebbero rifornimento all'estero, con una perdita per le imprese italiane di distribuzione e per le casse dello Stato".
Conftrasporto propone da tempo un'alternativa: penalizzare solo i veicoli industriali più vecchi, che sono anche quelli che inquinano di più, tagliando solo a loro il rimborso sulle accise. In questo modo, precisa Uggè, "si spingerebbero le imprese a rinnovare il parco circolante, con un evidente vantaggio per l'ambiente considerato che il 60% dei mezzi circolanti in Italia è di categoria ante euro IV. Ne beneficerebbero anche l'automotive e lo Stato, che incasserebbe l'Iva su ogni veicolo di nuova generazione acquistato". Con i tagli lineari prospettati dal Decreto Clima, invece, si avrebbero "risultati diametralmente opposti a quelli dichiarati; sul fronte ambientale, i benefici sarebbero pari a zero".
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