L'indagine sul contrabbando dura da tempo e lo scorso marzo i finanzieri sequestrarono numerosi documenti, anche digitali, che hanno permesso di proseguire l'operazione Sturm Oil fino ad oggi. Il gasolio immesso clandestinamente in Italia dal 2013 ammonta a 23 milioni di litri, con un'evasione dell'accisa di 17,3 milioni di euro. I mandati emessi il 26 giugno coinvolgono quattro persone – una in carcere e tre agli arresti domiciliari – ritenute i referenti di Roma dell'organizzazione.
L'operazione ha individuato anche alcuni acquirenti del gasolio contrabbandato, che ora sono indagati a piede libero. Sono titolari d'imprese di autotrasporto, che hanno così rifornito i loro camion, e d'imprese di commercio di prodotti energetici. Tra questi ultimi c'è il proprietario di una grande stazione di servizio, che ha ricavato enormi profitti sull'accisa non pagata. La Finanza ha anche denunciato il titolare di uno studio di consulenza estero, che ha contribuito a ideare la rete di società implicate nel contrabbando e a nascondere i profitti.
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