Il 23 febbraio il Tribunale di Salerno ha ordinato il sequestro di quasi duecento milioni di euro “riconducibili ad un imprenditore di Nocera Inferiore, alla testa del gruppo Adiletta, attivo da circa 25 anni nel settore dei trasporti e della logistica”. Lo afferma un comunicato degli inquirenti, precisando che il sequestro riguarda il complesso dei beni dell’imprenditore, che sarebbero “provento di una pluralità di reati fiscali, consumati, per circa 25 anni, grazie al concorso di familiari e terzi compiacenti e mediante il ricorso a innumerevoli condotte illecite quali la fraudolenta sottrazione al pagamento delle imposte, l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, l'appropriazione indebita, la bancarotta fraudolenta e l'intestazione fittizia di beni a terzi prestanome”.
La richiesta di sequestro è arrivata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno dopo indagini avviate nel 2016 a carico del clan di camorra Serino. Gli inquirenti spiegano che “attraverso il costante mancato pagamento dei tributi, per milioni di euro, l'imprenditore avrebbe dapprima finanziato le società in bonis del gruppo in grado di offrire le loro prestazioni (logistica e trasporto dei rifiuti) a prezzi estremamente concorrenziali e, nel contempo, avrebbe costituito una fitta rete aziendale operante attraverso meccanismi di frode al fisco e società da avviare al dissesto – cosiddette bad companies - sulle quali scaricare i debiti derivanti dal mancato pagamento delle imposte delle società attive del gruppo. Successivamente le società sarebbero state svuotate secondo schemi tipici: mutamento della ragione sociale e spostamento della sede, con contestuale cessione delle quote societarie a ridosso delle procedure di liquidazione”.
Per evitare accertamenti fiscali e azioni giudiziarie a causa di diversi procedimenti penali avviati nel tempo, gli inquirenti ritengono che “l’imprenditore abbia via via ceduto le quote societarie detenute e le cariche ricoperte a favore di numerosi prestanome compiacenti. Nella prospettazione degli organi investigativi si è dimostrato che questi ultimi, nella maggioranza dei casi prossimi congiunti, erano in realtà meri esecutori delle disposizioni impartite dall'imprenditore, vero dominus del sistema criminale, e in realtà meri dipendenti delle aziende, con redditi modestissimi incompatibili con le ingenti movimentazioni di denaro a loro formalmente ricondotte”.
Le indagini della Procura Distrettuale cli Salerno e della Polizia di Stato “hanno anche prospettato l'esistenza di plurimi contatti e rapporti di contiguità dell'imprenditore, oggetto del provvedimento ablatorio odierno, con esponenti di ambienti camorristici dell'area nocerino-sarnese. Gli approfondimenti investigativi di natura patrimoniale effettuati hanno acclarato come il nucleo familiare del soggetto proposto”. Il sequestro è avvenuto in diverse provincie italiane comprende undici società, 1500 autoarticolati, cento beni immobili, un’imbarcazione da diporto e una Ferrari.