La Procura di Perugia ha scoperto un'altra frode fiscale compiuta da un'impresa di autotrasporto, di cui però non ha precisato il nome. Secondo gli inquirenti, l'amministratore della società avrebbe usato come compensazione dei crediti d'imposta inesistenti e non avrebbe versato l'Iva. La scoperta è avvenuta durante un controllo fiscale svolto dalla Guardia di Finanza a dicembre 2021, per il quale l'azienda è stata scelta sulla base di un'analisi di rischio col fine di contrastare proprio l'illecita compensazione di debiti fiscali.
La Procura spiega che i Finanzieri hanno rilevato che la società ha usato costi segnati nel bilancio per gli anni 2017 e 2018 per operazioni ordinarie legate all'attività dell'impresa – come attività di movimentazione delle merci e per il pagamento del personale operativo – invece che per "l'acquisizione di conoscenze o capacità tese all'implementazione di prodotti, processi o servizi innovativi". Infatti, i crediti d'imposta richiesti erano erogati nell'ambito di attività di ricerca e sviluppo.
La società ha quindi usato questi crediti per compensare 380mila euro d'imposte dovute per i redditi del 2019 e 2020. Durante il controllo, i Finanzieri hanno anche scoperto un mancato versamento dell'Iva per oltre 260mila euro, relativo al periodo d'imposta 2018. Siccome è stata superata la soglia di rilevanza penale (che è di 250mila euro) ci sono gli estremi per una denuncia penale. Il Gip di Perugia ha anche autorizzato il sequestro preventivo di beni per un valore di circa 640mila euro.