Sorge una nuova cortina tra Europa orientale e occidentale. Non è segnata da un filo spinato, come quella della Guerra Fredda, ma pur essendo immateriale può avere importanti conseguenze, perché riguarda un'attività strategica per l'economia: l'autotrasporto. La divisione tra le due parti dell'Unione si è manifestata in modo formale quest'anno, quando un gruppo di dieci Paesi orientali, capitanato dalla Polonia, ha chiesto alla Commissione Europea di condannare le norme contro il dumping sociale degli autisti attuate da Germania e Francia. La Commissione ha risposto positivamente, aprendo una procedura d'infrazione contro i due Paesi.
Finora, però, i Governi di Francia e Germania non hanno cambiato le loro normative sull'applicazione del salario minimo per gli autisti stranieri, anzi il ministro dei Trasporti francese, Alain Vidalies, ha ribadito che non farà alcun passo indietro. E la sua posizione è sostenuta da altri sette Paesi europei, che in questi giorni hanno costituito un fronte a favore delle normative contro il dumping sociale.
L'agenzia Afp ha una copia di una lettera firmata dal ministro dei Trasporti francese – insieme con i colleghi di Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Italia, Lussemburgo e Norvegia – indirizzata alla Commissione Europea, invitandola ad affrontare le questioni che riguardano gli aspetti sociali e la sicurezza che derivano dall'abuso e dalla forte concorrenza nell'autotrasporto. "Le attività illegali, l'emergere di società di copertura e le pratiche commerciali sleali sono sempre più frequenti", si legge nel testo riportato da Afp.
I ministri ritengono che sia necessario "attuare strumenti importanti per contrastare queste pratiche abusive". Tra quelle già in vigore, la lettera ne cita proprio una francese, ossia il divieto di svolgere il riposo settimanale degli autisti nella cabina del camion. I ministri ritengono che un provvedimento fondamentale sia l'istituzione di norme sociali omogenee in tutta l'Unione, che devono essere un presupposto indispensabile per proseguire il processo di liberalizzazione dell'autotrasporto.
Un altro punto è l'attuazione di regole per fermare la nascita di società di copertura e per impedire l'uso di veicoli leggeri, che non sono sottoposti alle norme sui tempi di guida e sul cabotaggio stradale, nel trasporto internazionale (come avviene in modo massiccio in diversi Paesi occidentali, compresa l'Italia).
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