I porti italiani stanno vivendo una fase positiva nei traffico, che sono in crescita quasi ovunque nei settori strategici del container e del ro-ro, ma nello stesso tempo sta aumentando la conflittualità in banchina. Il settore più caldo è quello dell'autotrasporto, che in diversi scali denuncia lunghe attese per il carico e scarico dei container, la mancanza di servizi per gli autisti e scarsa sicurezza nei terminal. Questi sono i motivi che hanno unito imprese di autotrasporto e i loro autisti a Genova: le prime hanno proclamato il fermo dal 12 al 17 luglio, i secondi lo sciopero dal 12 al 14 luglio. Ma da tempo la protesta sui ritardi e sull'intasamento nello scalo ha investito anche La Spezia, dove il 4 luglio si è svolta una riunione alla Prefettura. L'Autorità Portuale si è impegnata a completare entro luglio la bretella del Ravano ed entro agosto a istituire a Pomara un'area dedicata ai veicoli industriali. Fita Cna e Confartigianato Trasporti ricordano che restano ancora punti critici, come i container vuoti nel retroporto di Santo Stefano e i tempi di attesa dei camion al porto per le merci varie.
Il vice-presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè, denuncia l'immobilismo che nel risolvere vecchi problemi, che è alla base dell'attuale conflitto a Genova e La Spezia: "Punti nodali della vicenda sono i costi dovuti alle improduttive attese degli automezzi sui piazzali degli scali, l'assenza di una tracciabilità e verifica dei tempi di attesa in modo da poter valorizzare i termini e le procedure per gli indennizzi ai vettori danneggiati. Ovviamente vi sarà chi cercherà di colpevolizzare i vettori per l'iniziativa decisa, ma se le intese assunte nei mesi passati e i costanti solleciti a provvedere non hanno di fatto riscontrato il dovuto interesse come stupirsi se la categoria reagisce?".
Sul fermo e sciopero di Genova interviene anche l'Alis, che auspica una soluzione ai problemi che colpiscono l'autotrasporto: "Occorre non essere vittime di un successo ossia del positivo incremento economico e la nostra associazione non può rimanere silente al cospetto di tale manifestazione di protesta che bloccherebbe per cinque giorni le attività portuali in uno dei maggiori scali del Mediterraneo, in un periodo dell'anno quanto mai delicato quale quello estivo", ha dichiarato il direttore Marcello Di Caterina. "Pertanto, vogliamo invitare le parti ad un sereno confronto per la soluzione delle tematiche denunciate, che vanno effettivamente a danneggiare l'attività di un sistema economico che basa la propria competitività sull'efficienza dei trasporti intermodali e della logistica in generale".
Più a sud, a Civitavecchia, si stanno mobilitando i sindacati in una vertenza contro l'Enel, che ha attivato una gara per lo scarico del carbone che, secondo la Filt Cgil, "è stata pubblicata con una serie di violazioni, a nostro parere, della legge sui porti. L'esempio più evidente è il tentativo di superare la fondamentale differenza, prevista per legge, tra le imprese autorizzate alle operazioni portuali e quelle autorizzate ai servizi ovvero prestazioni specialistiche complementari e accessorie", spiega il segretario generale della Filt Cgil Roma Nord, Civitavecchia e Viterbo, Alessandro Borgioni. In concreto, la Filt contesta che la gara stabilisce che il vincitore possa scegliere il personale che vuole, mentre il sindacato chiede la continuità occupazionale dei lavoratori. Quindi, la Filt ha proclamato sette giorni consecutivi di sciopero da mercoledì 11 luglio.
La viabilità portuale è un problema anche sul versante adriatico: ad Ancona la Confartigianato Trasporti chiede un Tavolo per affrontarlo alla nuova amministrazione comunale. Un nodo da affrontare è quello dei parcheggi per le autovetture che gravitano nel porto e che ora intralciano la circolazione dei veicoli industriali. L'associazione dell'autotrasporto chiede d'individuare nuovi spazi per regolamentare la sosta, oltre che alcuni interventi sulla viabilità interna ed esterna al porto.
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