Gli ultimi accordi tra Governo e associazioni dell'autotrasporto avrebbero messo in sicurezza i contributi per le imprese, rendendoli strutturali e assicurandoli almeno per il triennio 2019-202. Ma usiamo il condizionale perché negli ultimi giorni di luglio appaiono indiscrezioni su una possibile riduzione dell'importo già previsto per il prossimo anno. Il taglio farebbe parte di una riduzione più generale della spesa pubblica che potrebbe attuarsi con la prossima Legge di Bilancio, quella che dovrà essere redatta dopo le vacanze estive e che coprirà il 2020. il Governo deve trovare risorse per evitare l'aumento dell'Iva e per finanziare la cosiddetta Flat Tax voluta dalla Lega e deve farlo senza causare nuovo deficit, altrimenti potrebbe avviarsi la procedura d'infrazione dell'Unione Europea.
Così, nelle ultime ore è emersa la voce che il Governo potrebbe tagliare alcuni incentivi che favoriscono l'uso dei carburanti più inquinanti e che complessivamente valgono 19,3 miliardi di euro. Tra questi ci sarebbe anche la riduzione compensata delle accise per l'acquisto del gasolio, un beneficio destinato alle imprese che usano veicoli industriali superiori a 7,5 tonnellate e con motore Euro 3 o superiore e che vale 1,2 miliardi l'anno. La stessa accisa sul gasolio potrebbe essere aumentata, portandola al livello di quella sulla benzina. Sarebbero a rischio anche le esenzioni dell'accisa per il trasporto marittimo e aereo, del valore rispettivamente di 600 milioni e 1,6 miliardi.
Queste indiscrezioni hanno spinto una presa di posizione preventiva da parte di Conftrasporto. Il suo vice-presidente Paolo Uggè ha dichiarato il 30 luglio che "attuare tagli lineari significa cancellare dei costi nel bilancio dello Stato senza preoccuparsi delle conseguenze che quei mancati finanziamenti avranno in termini di qualità dei servizi. Usare lo stesso metro per tagliare i finanziamenti al settore dell'autotrasporto, senza vincolare il trasferimento delle risorse all'ammodernamento del parco mezzi circolante, significa invece mettere sullo stesso piano chi inquina con tir vecchissimi e chi ha invece deciso di investire sul futuro sostenibile dell'ambiente acquistando mezzi di nuova tecnologia capaci di tagliare gli inquinanti. In altre parole significa premiare gli inquinatori e penalizzare le imprese di autotrasporto più virtuose".
Uggè ammonisce che una riduzione delle risorse "portare a una durissima protesta del mondo dell'autotrasporto letteralmente 'provocato' da un teorema assurdo, per il quale chi più inquina paga di meno", precisando che "solo una mancanza di conoscenza può indurre oggi qualcuno a sostenere che il gasolio sia la fonte più inquinante, visto che gli autoveicoli di ultima generazione hanno ridotto drasticamente le emissioni, come attestano studi scientifici di riconosciuto valore, i tagli dei trasferimenti devono colpire gli automezzi più vecchi e pericolosi per la salute".
Il vice-presidente di Conftrasporto conclude: "Il Governo vuole proseguire su questa 'stupida' strada? Se ne dovrà assumere ogni responsabilità, compresa quella di aver scatenato un possibile blocco nell'autotrasporto che potrebbe anche innescarsi in forme autonome. Le imprese di autotrasporto non possono certo stare zitte e ferme di fronte a un atteggiamento tanto assurdo quanto penalizzante che prende in giro i cittadini".
© TrasportoEuropa - Riproduzione riservata - Foto di repertorio
Segnalazioni, informazioni, comunicati, nonché rettifiche o precisazioni sugli articoli pubblicati vanno inviate a: redazione@trasportoeuropa.it
Puoi commentare questo articolo nella pagina Facebook di TrasportoEuropa
Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità sul trasporto e la logistica e non perderti neanche una notizia di TrasportoEuropa? Iscriviti alla nostra Newsletter con l'elenco ed i link di tutti gli articoli pubblicati nei giorni precedenti l'invio. Gratuita e NO SPAM!