Mentre prosegue lo sciopero di un folto numero di autisti del consorzio di autotrasporto polacco Agmaz-Lukmaz-Imperia per ottenere gli arretrati delle loro paghe e migliori condizioni di lavoro, sulla questione intervengono alcuni europarlamentari e la federazione dei sindacati europei dei trasporti Etf, che chiedono interventi contro lo sfruttamento dei lavoratori extra-comunitari. I sindacati chiedono anche che alle parole seguano i fatti per salvaguardare i diritti sociali degli autisti provenienti da Paesi terzi.
Dopo avere ricordato che i conducenti del consorzio polacco – che vengono soprattutto dall'Uzbekistan e dalla Georgia - sono fermi nell'area di sosta tedesca di Gräfenhausen perché “sono stati costretti a lavorare per lunghi orari vivendo esclusivamente nei loro camion e subendo pressioni per pratiche poco sicure”, l’Etf aggiunge che “lo sciopero mette in evidenza lo stato disastroso dell'industria europea dei trasporti su strada e porta all'attenzione la dura realtà che devono affrontare i cittadini di Paesi terzi che lavorano in questo settore”.
L’Etf concorda con la dichiarazione della Commissione Europea, secondo cui “non esistono due categorie di conducenti e che i cittadini dei Paesi terzi devono beneficiare pienamente della legislazione sociale”, e rilancia chiedendo un ruolo più attivo dell’Autorità Europea del Lavoro (Ela) “per garantire il rispetto delle norme in tutti gli Stati membri” e una “corretta attuazione e la forte applicazione del Pacchetto Mobilità” anche attraverso ispezioni transfrontaliere.
Il 17 aprile 2023 . Gabriele Bischoff ha dichiarato che se le imprese dell’Unione Europea usano il lavoro degli autisti extra-europei, bisogna assicurare loro condizioni di lavoro e retribuzioni eque, mentre Özlem Demirel ha rilevato che questo sciopero non è un caso isolato, ma uno dei numerosi sintomi di un problema sistemico dell’autotrasporto europeo.