Aggiornamento: gli autotatrasportatori sono tre (Carmelo Conso, Vincenzo Martinelli e Davide Baronti), mentre le altre due vittime (Franco Cirielli e Gerardo Pepe) la voravano per la società di manutenzione d'impianti petroliferi Sergen.
Il giorno dopo l'esplosione avvenuta alle 10.20 del 9 dicembre 2024 nell’area di carico delle autocisterne del deposito di carburanti Eni di Calenzano, alle porte di Firenze, è emerso che i quattro morti e il disperso sono tutti autisti di veicoli industriali che stavano caricando oppure che erano in attesa, mentre altri loro colleghi sono scampati per poco alla morte. La mattina del 10 dicembre è stato diffuso solo il nome di una delle vittime: Vincenzo Martinelli, di 53 anni, che è entrato nel deposito alle 10.15. Originario di Napoli, viveva a Parto ed era dipendente della BT Transport. É stata accertata la morte di altri tre autisti, di cui però non è stato comunicato il nome, mentre resta ufficialmente un disperso.
Dei tre altri nomi diffusi, il primo è il siciliano Carmelo Corso di 57 anni, che lavorava per il consorzio Rat (Raggruppamento Autotrasportatori Toscani) entrato nel deposito alle 10.16. Il secondo è Davide Baronti di 49 anni e originario di Argena, che lavorava per la Mavet, entrato alle 10.14. Il terzo nome diffuso è quello di Gerardo Pepe di 46 anni, residente in Provincia di Potenza e dipendente della Sergen, entrato nel deposito alle 7.58.
Il riconoscimento delle vittime richiede tempo perché per tutti serve l’esame del Dna. Altri autisti erano in attesa e hanno scampato per poco la morte, anche se qualcuno è rimasto ferito. Le cronache locali riportano la testimonianza di Marco Giannini, che si ritiene “miracolato”. Era sulla sua autocisterna in attesa di caricare, che è stata investita dall’onda d’urto. È rimasto ferito al viso dalle schegge di vetro ed è ricoverato in ospedale. In tutto i feriti sono 26, alcuni dei quali ustionati, e due sono ritenuti molto gravi.
Un altro sopravvissuto ha dichiarato che mentre era in attesa di caricare ha notato una perdita da uno dei tubi che stava rifornendo una delle autocisterne e siccome ha sentito odore di benzina e scappato dentro una palazzina di uffici. La sua testimonianza è ritenuta fondamentale per ricostruire l’incidente. Tra i feriti da schegge di vetro c’è un altro autotrasportatore, Ditran Laci, che non era nell’impianto dell’Eni ma nel piazzale della sua impresa di trasporto, posta nelle vicinanze. Intanto la magistratura ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo plurimo.