Il quotidiano Il Mattino scrive il 3 ottobre 2023 che il Tar della Campania ha respinto il ricorso presentato dalla società di autotrasporti Bizzarro, che ha sede a Marcianise, contro la mancata concessione della certificazione antimafia emessa nei suoi confronti dal Prefetto di Caserta. La Prima Sezione del Tribunale amministrativo scrive nella sentenza che ci sarebbero legami stabili tra l’azienda e il clan Monforte della Camorra. Il provvedimento del Prefetto impedisce l’iscrizione della società nella white list per le attività di autotrasporto e comporta anche la revoca del rating di legalità dell’Autorità Garante del Mercato.
Tra gli elementi che hanno indotto i giudici amministrativi a respingere il ricorso della Bizzarro c’è la presenza tra i dipendenti di alcuni parenti d’importanti camorristi. I difensori della società d’autotrasporto sostengono che ciò avvenne quando l’impresa era gestita dal genitore dell’attuale titolare, il quale sarebbe stato vittima dei clan, cui pagava il pizzo. La sentenza del Tar aggiunge che alcuni pentiti di camorra avrebbero indicato il titolare come “colluso”, nell’ambito della “contiguità soggiacente”, ossia quando un imprenditore si lascia condizionare, subisce imposizioni o scende a patti con la criminalità per ottenere vantaggi per la propria attività. In tale contesto, pagare il pizzo non esclude automaticamente l’imprenditore dalla collusione.