Il grande piazzale asfaltato alle spalle di Villa Bombrini del quartiere genovese di Cornigliano non potrà accogliere l’autoparco istituito dal Comune. Lo ha deciso il Tar della Liguria accogliendo il ricorso di un comitato di cittadini. Resta così aperto il problema di un’area di sosta per decine di veicoli industriali che fanno capo a Genova, dopo che l’area di sosta di Campi è stata occupata da una piattaforma logistica di Amazon.
La questione è sorta quando la società che possiede l’area di Campi, Società per Cornigliano Spa, la liberò dai veicoli industriali per ospitare il cantiere del nuovo viadotto dell’A10 (quello ha sostituito il ponte Morandi), chiedendo l’istituzione di un parcheggio temporaneo in una sua area di Cornigliano. Il 4 marzo 2020, il Comune adottò una variante al Puc per adibire questa area alla sosta dei veicoli industriali per dodici mesi, periodo rinnovabile per altri dodici. Ciò in attesa di realizzare un autoparco permanente nell’area ex Ilva.
Il ricorso del comitato di cittadini afferma invece che lo sgombero di Campi è avvenuta per costruire un deposito di Amazon (che nel frattempo è stato completato) e che la variante al Puc avrebbe arrestato la procedura per realizzare un’area verde davanti a Villa Bombrini. In pratica, il comitato afferma che la liberazione di Campi non deriva da un evento di emergenza e che quindi non è legittima la variazione del Puc. Inoltre la Società per Cornigliano (di proprietà pubblica) avrebbe attuato “finalità privatistiche”.
I giudici del Tar hanno accolto il ricorso perché il cantiere del ponte ha occupato solo un terzo dell’area di Campi e quindi restavano due terzi per i camion, annullando così l’esigenza di trovare un’area alternativa per i veicoli industriali. E comunque il Comune avrebbe dovuto stabilire la temporaneità sulla base della durata del cantiere e non per un periodo prefissato. I giudici hanno anche condannato il Comune al pagamento delle spese.