La mancata adesione al trattato di Schengen da parte della Bulgaria crea da tempo lunghissime attese ai veicoli industriali diretti in Romania, a causa dei controlli frontalieri. In particolare, al valico tra la città bulgara di Ruse e quella rumena di Giurgiu ci sono code che raggiungono le decine di chilometri. Questa situazione ha già provocato le proteste dell’associazione dell’autotrasporto rumena Untrr, perché queste attese “bloccano l'attività degli autotrasportatori, generano ritardi nella consegna delle merci ai clienti, incidono sulle catene logistiche, sui processi produttivi e sull'approvvigionamento delle città e comportano un aumento dei costi per gli autotrasportatori e per i consumatori finali in entrambi i Paesi”.
Gli autotrasportatori rumeni stanno chiedendo l’istituzione di una corsia preferenziale in frontiera dedicata ai veicoli industriali immatricolati in Bulgaria e Romania e l’eliminazione dei controlli frontalieri. La risposta sul versante bulgaro è stata la creazione di un autoparco privato su un terreno del Comune di Ruse, attivo da giugno 2023.
E proprio questo impianto sta causando un aumento della tensione perché, spiega la Unttr, “per poter attraversare il confine, gli autotrasportatori rumeni sono obbligati a parcheggiare i loro camion solo nell’area di questo operatore privato, che applica tariffe discriminatorie ed eccessive per i camion rumeni rispetto a quelli bulgari”. Inoltre, l’autoparco è entrato i funzione “senza alcun annuncio ufficiale, informazioni pubbliche e dettagli di contatto su web, e-mail o media”.
Il parcheggio ha settecento stalli e ne saranno aggiunti altri duecento. L’associazione rumena sostiene che “sebbene le autorità bulgare dichiarino che non è obbligatorio utilizzare questo parcheggio per camion, tuttavia, se gli autotrasportatori rumeni non hanno i loro camion registrati in questo sistema, i veicoli non sono ricevuti al valico di frontiera perché non ottengono il loro turno”. Ciò avviene proprio per la procedura necessaria per attraversare il confine.
La Untrr precisa che “all'ingresso nel parcheggio, ogni camion riceve un segnale acustico che suona con dieci minuti di anticipo per avvisare l'autista quando è il suo turno di attraversare il confine. Quando escono dal parcheggio, gli autisti rumeni devono pagare una tassa discriminatoria di 25 euro rispetto a quelli bulgari, che pagano tre-quattro volte meno, solo 15 Leva, circa 7 euro. Si noti che il costo del parcheggio non è correlato al tempo di sosta”.
L’associazione teme che se non si prenderanno provvedimenti contro questa pratica, “essa si diffonderà e le autorità di frontiera creeranno tempi di attesa più lunghi per giustificare l'istituzione di tali parcheggi e tali pratiche abusive e discriminatorie, che sono contrarie agli obiettivi di aumentare la fluidità della circolazione dei vari mezzi di trasporto all'interno della Comunità, come stabilito dal Regolamento europeo 1100/2008, che prevede l'abolizione dei controlli alle frontiere degli Stati membri nel settore del trasporto stradale”.
Per contrastare questa situazione, la Untrr chiede l’intervento sia del Governo rumeno, sia della Commissione Europea “al fine di eliminare immediatamente l'obbligo imposto ai camion rumeni di parcheggiare negli spazi di parcheggio di questo operatore privato e l'obbligo per gli autotrasportatori rumeni di pagare tariffe di parcheggio discriminatorie per poter attraversare il confine e rientrare in Romania”.