Gli autotrasportatori colombiani hanno fermato i loro camion il 7 giugno e hanno mantenuto decine di presidi sulle strade fino all'intesa trovata col Governo il 22 luglio. Nel frattempo, la protesta ha creato enormi problemi di rifornimento di prodotti alimentari e carburante e ha visto anche momenti di forte tensione tra gli autotrasportatori e la Polizia, culminati con la morte di un manifestante, colpito alla testa il 12 luglio a Duitama da un candelotto lacrimogeno, e nella sospensione delle licenze di 1300 autotrasportatori. In particolare, il fermo ha colpito la capitale Bogotá e il distretto di Boyaca, ma ne ha risentito l'intera economia della nazionale, causando l'aumento dei prezzi dei beni di prima necessità e la riduzione delle esportazioni del principale prodotto, il caffè.
La protesta è nata dalla parziale liberalizzazione dell'autotrasporto, che ha permesso a grandi flotte straniere di operare in Colombia, ma è stata alimentata anche da problemi interni, tra cui spicca l'aumento dei costi relativi a carburante e autostrade. L'accordo raggiunto il 22 luglio comprende misure per la sostituzione dei camion e la rimodulazione dei pedaggi per alcune tipologie di trasporto, la revisione delle politiche sui costi e ammortizzatori sociali per gli autisti sulla disoccupazione e malattia. Altri punti riguardano incentivi per la chiusura di piccole imprese, la riduzione dei tempi di carico sotto le dodici ore e semplificazioni amministrative.
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