Secondo l'associazione, il commissario che gestisce il consorzio Cociv ha interrotto da settembre 2016 il pagamento delle imprese di autotrasporto che lavorano nei cantieri del Terzo Valico e perciò rischiano di chiudere. A tale proposito, Trasportounito ha inviato una lettera al commissario Cociv, ma non ha ricevuto risposta. È come se "l'autotrasporto, anello debole della catena, dovesse funzionare da banca per soggetti finanziari di certo ben più potenti e dotati di risorse finanziarie neppure comparabili", commenta l'associazione.
Il Cociv è il general contractor cui Ferrovie dello Stato ha assegnato la costruzione della nuova linea ferroviaria tra Milano e Genova ed è formato da Salini-Impregilo e Condotte d'Acqua. Il consorzio è stato commissariato il 7 marzo 2017 in seguito a un'indagine della Magistratura. Trasportounito annuncia di voler portare al Governo e ai ministeri competenti due interrogativi: è possibile che anche quando si tratta di opere pubbliche con risorse pubbliche le imprese di autotrasporto devono fare da banca allo stato o a soggetti che dispongono di incredibili capitali finanziari? È possibile che le imprese che lavorano con lo Stato, o con soggetti ai quali lo Stato ha affidato la costruzione dell'opera, sono costrette a chiudere e a fallire?
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