L’impianto siderurgico di Taranto ha cambiato proprietà e nome, ma restano i problemi di pagamento dei servizi di autotrasporto. Ci sono stati per l'Ilva, per l'ArcelorMittal e ora anche per Acciaierie d’Italia. Lo mostra una lettera inviata da alcune associazioni dell’autotrasporto al ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto per chiedere un incontro urgente proprio sulla questione dei pagamenti.
Dopo avere ricordato “il ruolo fondamentale che l’autotrasporto riveste per garantire la continuità operativa delle Acciaierie d’Italia consentendo di approvvigionare il ciclo produttivo e garantendo l’immissione sul mercato dei prodotti finiti e semi-lavorati”, gli autotrasportatori comunicano al ministro “i gravi ritardi nei pagamenti che in alcuni casi sono avvenuti solo a parziale saldo delle fatture”.
Oggi, si legge nella lettera, “le criticità non sono state superate e dobbiamo segnalare con grande preoccupazione il rischio che in questo modo si finisca per compromettere la stessa sopravvivenza di molte imprese”. Le aziende segnalano anche differenze nel trattamento tra le imprese: “rispetto a servizi analoghi già erogati le singole aziende registrano pagamenti differenti per quantum e tempistiche e, in taluni casi, addirittura una completa sospensione dei pagamenti addirittura dal mese di dicembre dello scorso anno, in violazione di ogni norma negoziale e di legge”.
Quindi, termina la lettera, gli autotrasportatori chiedono “un impegno straordinario del ministero per tutelare l’attività delle imprese garantendo un normale svolgimento delle relazioni commerciali, superando nei tempi più celeri le illustrate problematiche che mettono in pericolo la loro stessa sopravvivenza”.