Le riunioni al ministero dei Trasporti e alla Regione Sicilia dei giorni scorsi non hanno prodotto alcun provvedimento concreto per limitare i danni causati agli autotrasportatori siciliani (ma anche a quelli sardi) dall'aumento delle tariffe dei traghetti applicato dall'inizio di gennaio dalle compagnie marittime per affrontare i maggiori costi della Imo Sulphur Cap. Quindi, dopo quasi un mese di tregua, le associazioni siciliane Aias e Aitras hanno annunciato la ripresa dell'agitazione. L'Aitras ritiene "ingiusta e discriminante" la mancata convocazione a Roma delle associazioni locali, oltre a evidenziare che da tale riunione non sono emerse soluzioni. Quindi l'associazione ha organizzato un sit-in con volantinaggio allo svincolo di Tremonzelli dell'autostrada Catania-Palermo per il 29 gennaio.
L'Aias ha invece annunciato il blocco dei porti siciliani per cinque giorni, dal 13 al 18 febbraio, con presidi negli scali di Palermo, Messina e Catania e nei principali nodi stradali dell'isola. Alla vertenza sulla autostrade del mare, le due associazioni aggiungono quella sulle autostrade d'asfalto e in particolare contro l'interruzione della A19 Palermo-Catania a causa delle precarie condizioni del viadotto Cannatello, che impone ai camion una lunga deviazione su viabilità ordinaria, anch'essa in cattive condizioni. Lo scorso 15 gennaio si è creata su tale viabilità una coda di cinquanta camion rimasti fermi per ore a causa di un veicolo andato fuori strada.
La protesta degli autotrasportatori siciliani potrebbe essere disinnescata dal secondo incontro al ministero dei Trasporti, programmato per il 31 gennaio 2020. Anche in questo caso la ministra Paola De Micheli ha convocato le associazioni nazionali, ma non quelle siciliane e queste ultime chiedono di partecipare alla delegazione dell'autotrasporto. "Se non saremo convocati, ritorneremo ai blocchi stradali", annuncia l'Aitras.
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