Mentre la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, latita sulle linee guida per la movimentazione delle merci (che aveva annunciato per sera dell’8 marzo e che 48 ore dopo non sono ancora state diffuse), gli autotrasportatori devono operare in una “gimkana fra normative inattuabili e disattenzione delle modalità operative del trasporto e della logistica”, come ha dichiarato oggi il segretario nazionale di Trasportounito, Maurizio Longo. Il primo paradosso è l’obbligo dell’autocertificazione per l’autista del camion: “Anche solo pensare che debba esibire un documento di autocertificazione risulta a dir poco grottesco e prova di una totale ‘non conoscenza’ della tematiche del trasporto merci e della logistica”.
Longo spiega che “considerato che l'Ordinanza della Protezione Civile, la nota esplicativa del ministero dei Trasporti e della Farnesina hanno precisato che il trasporto delle merci è da considerarsi come una ‘comprovata esigenza lavorativa’, la conseguenza è quindi che il personale che conduce i mezzi di trasporto, nell'ambito delle attività di guida, consegna o prelievo delle merci, non deve compilare il modulo di autocertificazione in quanto le attività professionali sono già oggetto di registrazione documentale”.
Trasportounito considera “del tutto incomprensibili” anche le norme che obbligano i conducenti a dotarsi di mascherine (ovviamente introvabili nel modello previsto) quando entrano nei centri di carico e scarico delle merci. “E ancora più contraddittoria la norma che impone la chiusura delle aree di servizio su autostrade e strade a grande scorrimento alle 18.00. Il che significa obbligare i conducenti a non rispettare la norma basilare relativa al suggerimento di lavare le mani e mantenere i più alti livelli di igiene, condannando invece conducenti nell’esercizio del loro lavoro a comportarsi nei modi diametralmente opposti e a utilizzare le piazzole di sosta come orinatoi a cielo aperto”.