Il 16 marzo 2025 è avvenuta ad Anagni, in provincia di Frosinone, un’assemblea dell’associazione degli autotrasportatori Trasportounito, al termine della quale gli associati hanno approvato il fermo nazionale dell’autotrasporto che era stato proposto dai vertici qualche giorno prima, precisando anche il periodo: la protesta durerà cinque giorni da lunedì 31 marzo a venerdì 4 aprile. In una nota diffusa il 17 marzo, la sigla precisa che il fermo sarà organizzato da “una commissione esecutiva composta da imprenditori sia aderenti a Trasportounito sia ad altre organizzazioni di rappresentanza che si ritrovano nelle motivazioni della protesta e nell'emergenza in atto per l'intero comparto dell'autotrasporto”.
Trasportounito ha consegnato al ministero dei Trasporti una piattaforma di richieste che ritiene “indispensabili e non più rinviabili per regolare il mercato dell’autotrasporto oltre alle ulteriori proposte per affrontare le emergenze dei conducenti professionali”, come ha dichiarato il segretario generale Maurizio Longo. Le risposte ministeriali sono state però “evanescenti e prive di qualsiasi contenuto”, anche dopo l’incontro tra associazioni e ministero dei Trasporti dell’11 marzo.
Trasportounito ha posto in primo piano la necessità di nuove regole per il mercato dell'autotrasporto, evidenziando come l'attuale quadro normativo non tuteli adeguatamente le imprese del settore. La richiesta principale riguarda l'introduzione di normative che possano garantire una competizione equa tra le imprese di autotrasporto, evitando fenomeni di concorrenza sleale che hanno eroso i margini di profitto di molte aziende italiane del settore. Questa regolamentazione dovrebbe affrontare anche la questione del cabotaggio e della concorrenza internazionale, percepita come squilibrata a sfavore delle imprese italiane.
Un punto cruciale nelle richieste di Trasportounito riguarda l'adeguamento delle tariffe di trasporto sulla base dei costi effettivi sostenuti dalle imprese. L'aumento dei costi operativi, in particolare quelli relativi ai carburanti, alle assicurazioni e alla manutenzione dei mezzi, ha messo in seria difficoltà numerose aziende del settore che non riescono a trasferire questi aumenti sulle tariffe applicate alla committenza.
La carenza di conducenti rappresenta un'altra questione fondamentale affrontata nelle richieste di Trasportounito. Il segretario generale ha evidenziato la necessità di "provvedimenti strutturali" per risolvere questa emergenza, tra cui la modifica delle procedure per acquisire la Carta di Qualificazione del Conducente e nuovi modi per formare gli autisti in aziende accreditate.
Trasportounito ha anche espresso forti critiche sulle recenti modifiche al Codice della Strada, sostenendo che "non tengono in adeguata considerazione i conducenti professionali dei veicoli industriali". L'associazione chiede d’introdurre specifiche tutele per i camionisti, distinguendoli dagli automobilisti privati.
La mobilitazione di Trasportounito s’inserisce in un contesto di crescente agitazione nel settore dell'autotrasporto. Il primo marzo 2025, il sindacato di base Usb ha indetto uno sciopero "immediato e a oltranza" degli autisti di veicoli industriali, denunciando anch'essa l'assenza di risposte dai ministeri. Le richieste dell'Usb riguardano la tutela delle patenti professionali, il miglioramento delle condizioni economiche e maggiori investimenti sulla sicurezza e sugli aggiornamenti professionali.
Più sfumata, ma comunque critica sulla riunione dell’11 marzo, è Unatras, che ha annunciato la convocazione del proprio Comitato Esecutivo per decidere eventuali azioni di protesta.