L'imprenditore era stato prima fermato e poi tratto agli arresti dopo una vasta operazione di controllo organizzata dalle Autorità belghe in venti impianti dell'azienda situati in Belgio, Lussemburgo e Romania. I suoi avvocati hanno presentato una richiesta di scarcerazione, ma nell'udienza del 12 maggio 2017 il Tribunale di Liegi la ha respinta, insieme con quella degli altri tre dirigenti indagati (ma due di loro sono a piede libero con sorveglianza elettronica). I legali di Roland Jost e dell'altro dirigente in carcere hanno annunciato che presenteranno appello.
L'accusa afferma che la Jost (azienda nata in Belgio, ma che poi ha trasferito la sede legale in Lussemburgo) ha utilizzato in modo illegale 1100 autisti assunti da filiali in Lussemburgo e Romania, dove il costo del lavoro è più basso che in Belgio, sottraendo previdenza sociale belga 55 milioni di euro tra il 2014 e il 2016. La società rifiuta "con vigore" le accuse e si dichiara "stupefatta" della decisione dei giudici.
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