Nei Paesi Bassi tiene banco un nuovo caso di sfruttamento, che questa volta coinvolge un autista uzbeko dipendente della lituana Baltic Transline. Come riportato dal media olandese l1nieuws, la controversia è iniziata il 24 gennaio 2025 quando Šerbodzek Khudayberdiev, questo il nome del conducente, ha fermato il suo camion nella zona di Venlo, bloccando il carico di formaggio che stava trasferendo dalla Francia alla Danimarca e rifiutandosi di continuare a lavorare in condizioni di sfruttamento.
L’autista ha riferito ai media e alle associazioni accorse sul posto di essere dipendente dell’azienda da circa sei mesi e di essere stato così sottopagato da essere costretto a sopravvivere, insieme ai suoi colleghi africani e asiatici, con poche centinaia di euro al mese. Šerbodzek ha raccontato di aver subito trattenute ingiustificate e ricevuto salari molto più bassi rispetto a quanto concordato ma, dopo aver chiesto chiarimento al datore di lavoro, si è ritrovato con ulteriori detrazioni dallo stipendio accompagnate da motivazioni definite inverosimili, come presunti errori o danni mai verificatisi.
Da qui la decisione di dimettersi dall’azienda e bloccare il camion, facendo appello al suo diritto di ritenzione ovvero alla possibilità di non consegnare la merce fino al pagamento di tutte le quietanze in sospeso. Come dichiarato dalle associazioni, Baltic Transline avrebbe quindi chiesto di recuperare il rimorchio ad alcune compagnie locali, che si sarebbero però rifiutate di intromettersi in una vicenda ritenuta troppo delicata, e avrebbe poi confiscato all’autista il suo permesso di lavoro, minacciandolo di immediata espulsione dall’Europa. Secondo diversi media, le minacce sono proseguite quando alcuni rappresentati dell’azienda lituana sono arrivati sul posto cercando di impadronirsi del mezzo, rendendo necessario l’intervento di Autorità e sindacati.
“Quando ho chiesto che ci fossero consegnate le nostre buste paga, mi è stato detto che in Lituania non è un requisito legale", ha raccontato Šerbodzek. “Fortunatamente, i colleghi europei ci hanno spiegato la normativa. Inoltre, ciò che ci viene pagato non corrisponde a quanto dichiarato sulla busta paga. Io sono disposto a collaborare, ma non prima di aver ricevuto i miei documenti e le buste paga”.
La controversia è molto seguita nei Paesi Bassi ed è arrivata addirittura all’interno delle aule del Parlamento. Alcuni esponenti del partito socialista SP hanno infatti presentato due interrogazioni al Governo, al ministro delle Infrastrutture e a quello degli Affari Sociali, chiedendo un controllo più rigoroso delle condizioni di lavoro degli autotrasportatori, nonché ispezioni di massa sui cabotaggi e sull’operato delle aziende di trasporto straniere coinvolte negli ormai tristemente frequenti scioperi di conducenti.
Il partito ha anche chiesto informazioni sulle misure che i ministri intendono adottare per proteggere questo dipendente durante la sua protesta e ha invocato l’intervento del Governo per garantire che l'autista riceva tutti gli arretrati dal suo datore di lavoro. Nonostante queste due interrogazioni, l’Esecutivo olandese sembra non essere nelle condizioni di affrontare da solo un’emergenza che riguarda tutta l’Unione e non solamente i Paesi Bassi. Nel frattempo Baltic Transline, già coinvolta in uno scandalo sfruttamento nel 2021 a seguito di una denuncia del sindacato olandese Fnv, non ha diramato nessun comunicato sulla vicenda.
Marco Martinelli