Gli autotrasportatori statunitensi che portano i container da e per i porti e gli hub intermodali hanno avviato una vertenza miliardaria nei confronti di alcune compagnie marittime e della loro associazione Ocean Carrier Equipment Management Association (Ocema). La questione è piuttosto complessa e sorge dalla nascita dell’Ocema, che raccoglie una dozzina di compagnie marittime (Apl, Cma Cgm, Cosco, Evergreen, Hamburg Sud, Hapag Lloyd, Hyundai, Maersk, Msc, Ocean Network Express, Wan Hai Lines e Zim) per fornire agli autotrasportatori un pool di semirimorchi per il trasporto di container nei porti e negli interporti degli Stati Uniti.
Secondo l’associazione degli autotrasportatori American Trucking Association (che raccoglie i vettori stradali di container nella Intermodal Motor Carrier Conference) le compagnie avrebbero sfruttato gli autotrasportatori per oltre un decennio proprio tramite questo pool di semirimorchi. In concreto, afferma l’associazione dell’autotrasporto, l’Ocema ha imposto l’uso dei proprio semirimorchi a tariffe ritenute elevate, violando lo Shipping Act e costituendo di fatto un monopolio che solo negli ultimi tre anni è costato alle imprese di autotrasporto 1,8 miliardi di dollari. Il 17 agosto 2020, l’Intermodal Motor Carrier Conference ha presentato una denuncia alla Federal Maritime Commission, dopo il fallimento di alcuni tentativi di mediazione.