Prosegue la dura protesta degli autotrasportatori polacchi contro la liberalizzazione dell’ingresso nell’Unione Europea dei veicoli industriali ucraini, decisa da Bruxelles dopo l’invasione della Russia. Prima della guerra, gli autotrasportatori ucraini dovevano entrare nell’Unione con specifiche autorizzazioni, che erano da 160mila a 180mila l’anno e che, per quanto riguarda la Polonia, valevano solo per il transito. Con la liberalizzazione, i camion ucraini possono liberamente entrare nell’Unione per svolgere trasporti, che a volte sono solo nazionali, facendo così una concorrenza al ribasso con gli operatori polacchi.
I polacchi stanno attuando dal 6 novembre 2023 un blocco a oltranza in tre importanti varchi di frontiera con l’Ucraina, quelli di Dorohusk, Hrebenne-Rawa Ruska e Korczowa. Fermano solamente i veicoli merci (esclusi quelli che trasportano aiuti umanitari e militari), mentre le autovetture possono transitare. Durante la prima settimana, sono costantemente aumentati i camion fermi alla frontiera e il 9 novembre il ministero della Ricostruzione ucraino ha affermato che sono almeno ventimila in entrambi i lati del confine e molti camionisti ucraini bloccati in Polonia stanno avendo problemi di acqua e cibo e di mancanza di servizi igienici.
I manifestanti chiedono il ripristino del sistema di autorizzazioni (che è valido fino a giugno 2024) per contrastare la concorrenza “sleale” che sarebbe attutata dagli autotrasportatori ucraini. Il Governo ha risposto che non dipende da lui, ma dall’Unione Europea. Kiev ha chiesto la rimozione dei blocchi affermando che fanno il gioco “del nostro comune nemico, i terroristi russi”, ma poi ha aggiunto di essere disponibile a un “dialogo costruttivo” per affrontare il problema. Secondo fonti polacche, da quando è entrata in vigore l’esenzione ci sono stati 900mila attraversamenti della frontiera da parte di veicoli industriali ucraini.