L'indagine – denominata Fuel Card - è iniziata dopo numerose denunce presentate nella provincia di Verona da parte di esercenti di stazioni di servizio di che erano pagati con carte carburante rubate ad autotrasportatori esteri, in Germania e Austria. L'inchiesta di due anni è stata complessa e ha richiesto anche la collaborazione delle Polizie tedesca e austriaca, ma alla fine gli agenti hanno identificato quattro persone di nazionalità rumena e moldava, ma residenti nella provincia di Verona. I quattro componenti della banda svolgevano effettivamente l'attività di autotrasporto: padre e figlio rumeni sono titolari di un'impresa di autotrasporto e sono considerati gli organizzatori, gli altri due sono autisti.
Il primo passo dell'inchiesta è avvenuto tramite l'incrocio dei dati delle carte usate nei distributori italiani con quelle denunciate in Austria e Germania. Dopo avere individuato i sospetti, gli agenti li hanno pedinati e intercettati, scoprendo così il meccanismo del furto. Quando non lavoravano con camion, i quattro andavano all'estero e rubavano le carte, rientrando in Italia e usandole immediatamente, ancor prima che i derubati si accorgessero del furto (essendo avvenuto in giorni festivi). Il rifornimento avveniva sempre tramite self-service, quando l'impianto era chiuso, per evitare sospetti durante il pagamento. In alcuni casi, la banda riempiva il serbatoio del proprio veicolo, in altri portava direttamente quello dei "clienti", che era rifornito con carte rubate.
Gli inquirenti hanno ricostruito anche come la banda vendeva il carburante. Lo faceva sempre nel fine settimana, andando in alcuni parcheggi di veicoli pesanti e proponendo il gasolio alla metà del prezzo della pompa. Gli inquirenti hanno ripreso con telecamere i rifornimenti di carburante e stimano che la banda guadagnava da tremila a cinquemila euro in ogni fine-settimana.
Durante la perquisizione in abitazioni e veicoli, la Polstrada ha trovato diverse carte carburante rubate, ma anche arnesi da scasso e due cisterne di gasolio da 500 litri. La banda disponeva anche di un trattore stradale, che era usato per compiere i rifornimenti di carburante. La Procura ha chiesto il sequestro dei veicoli dell'impresa di autotrasporto interessata, per poi venderli per risarcire i derubati. Due persone, padre e figlio, sono in carcere, una agli arresti domiciliari e la quarta è denunciata a piede libero.
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