Quindici milioni di litri di gasolio acquistato a prezzo agevolato per la pesca sono stati invece venduti per muovere autoveicoli. Lo ha scoperto alla fine di marzo 2023 la Guardia di Finanza di Bologna in un’indagine coordinata dal sostituto procuratore Marco Imperato e durata tre anni. Al centro della frode c’era una società bolognese, che era gestita da una persona priva di competenze nel commercio di prodotti petroliferi e con sede un un centro d’affari. Questa azienda aveva lo stato di “destinatario registrato” (che identifica gli operatori autorizzati a ricevere prodotti in sospensione d’imposta), grazie al quale ha acquistato quindici milioni di litri di gasolio da alcuni depositi, coinvolti anch’essi nella frode, pagandoli otto milioni di euro.
Questo gasolio era destinato sulla carta alla motopesca e avrebbe dovuto essere venduto in un distributore della provincia di Barletta-Andria-Trani adibito al rifornimento dei pescherecci. In realtà questo impianto era inattivo e il gasolio era realmente venduto a diversi soggetti a un costo notevolmente inferiore a quello di mercato (circa un euro in meno al litro). Ciò è stato possibile grazie all’evasione di oltre nove milioni di euro di accise. Al termine dell’indagine, la Finanza ha denunciato 112 persone. Oltre agli organizzatori della frode, sono sotto indagine anche gli utilizzatori del gasolio con l’accusa di ricettazione. Inoltre, i Finanzieri sono riusciti a recuperare, tramite un sequestro preventivo, otto milioni di euro.