L’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’indagine su un presunto accordo sui prezzi dei carburanti praticato nella zona extra-doganale del Comune di Livigno da dodici società che gestiscono, o hanno gestito in passato, tredici distributori. Questo controllo nasce da alcune indagini svolte dalla Guardia di Finanza che, nel dicembre del 2021, ha trasmesso all’Autorità della documentazione che proverebbe che dal 2012 alcuni operatori di Livigno hanno scambiato informazioni tramite email per stabilire il prezzo alla pompa. Dopo questa segnalazione, l’Autorità ha verificato tramite 3000 rilevazioni che dal 2014 al 2022 dodici impianti della città hanno sempre praticato lo stesso prezzo per benzina e gasolio.
L'istruttoria aperta dall’Antitrust verifica se questi prezzi di Livigno siano aumentati più di quanto prevedibile dalla libera concorrenza. La presenza di un cartello è importante per la caratteristica del Comune di Livigno, che applica esenzioni dell’Iva e delle accise sui carburanti, grazie alla sua extra-territorialità e quindi attrae consumatori da altre parti d’Italia. In concreto, l’unico supplemento che si applica al prezzo industriale del gasolio è il “diritto speciale” di 0,155 euro per litro. In passato c’è stata anche una vertenza sula possibilità degli autotrasportatori di riempire alcune tipologie di serbatoi applicati dopo l’acquisto dei veicoli proprio con gasolio proveniente da questa zona.
L’Antitrust sta svolgendo una diversa indagine in altre parti d’Italia sempre sul prezzo dei carburanti. In questo caso, l’Autorità sta acquisendo informazioni dalle principali compagnie petrolifere sugli aumenti dei prezzi dei carburanti di marzo 2022. In una nota, l’Autorità scrive che “l’obiettivo è quello di approfondire le ragioni di tali aumenti e, nel caso, valutare la sussistenza di spazi per un possibile intervento circoscritto soltanto all’ipotesi di un’eventuale violazione delle norme in materia di abuso di posizione dominante o di intese restrittive della concorrenza”.