Doveva essere una consueta domanda di rimborso parziale delle accise sul gasolio per l’autotrasporto, ma per l’impresa che la ha presentata è diventata un incubo. La vicenda è iniziata nella Alta Val Tidone, in provincia di Piacenza, dove una società di trasporto (di cui gli inquirenti non riferiscono il nome) ha subito un’indagine da parte dell’Agenzia delle Dogane prima e dei Vigili del Fuoco poi, nell'ambito di un controllo sulla regolarità della richiesta di rimborso dell’accisa. L’attenzione dei funzionari doganali è stata la dichiarazione del rappresentante della società di avere due cisterne e un distributore di gasolio.
Il rappresentante affermava che i due serbatoi avevano una capacità inferiore a quattro metri cubi e quindi erano esenti da vigilanza fiscale. I funzionari delle Dogane hanno quindi svolto un’ispezione, rilevando che invece le cisterne avevano una capacità superiore e non avevano titoli edilizi per la loro installazione. Poi i Vigili del Fuoco hanno scoperto altre irregolarità dell’impianto nella parte elettrica e la mancanza di certificazione di prevenzione incendi. Una situazione aggravata dalla vicinanza di bombole di Gpl.
L’esame della documentazione amministrativa dell’impresa ha anche fatto emergere violazioni fiscali sul rimborso dell’accisa sul gasolio. Il 28 luglio 2023 le Dogane hanno chiuso l’indagine denunciando due persone per falso in atto pubblico e omessa dichiarazione di cautele antinfortunistiche e per la prevenzione degli incendi. Hanno anche multato la società per violazioni al Testo Unico Accise e per omessa denuncia d’impianti di distribuzione con capacità superiore a dieci metri cubi e omessa presentazione di comunicazione d’inizio attività per vendita di bombole di Gpl.