In pochi giorni, l’Eni ha annunciato due importanti iniziative per la decarbonizzazione della produzione energetica e dei carburanti. La prima è l’avvio della produzione di elettricità nella nuova centrale fotovoltaica di Tataouine, nella parte meridionale della Tunisia, che ha capacità installata di 10 MW, per fornire alla rete elettrica tunisina oltre 20 GWh all’anno. Ciò corrisponde a un taglio di 211mila tonnellate di CO2 per la durata d’esercizio. L’energia elettrica prodotta sarà ceduta a Steg (Société Tunisienne de l'Electricité et du Gaz) sulla base di un accordo di Power Purchase Agreement della durata di venti anni.
La seconda iniziativa avverrà in Malesia e consiste nella realizzazione di una bioraffineria all’interno di una delle più grandi aree petrolchimiche del Sud-est asiatico, il Pengerang Integrated Complex. Per costruirla, l’Eni collaborerà con Euglena e Petronas. Ora il progetto è nella fase di fattibilità tecnica ed economica e la decisione definitiva sarà presa nel 2023, così da rendere operativo l’impianto nel 2025. “La posizione strategica del complesso, con un facile accesso alle principali rotte marittime internazionali, amplierebbe le possibilità della raffineria allo studio di soddisfare la crescente domanda globale di soluzioni sostenibili”, spiega la società in una nota.
La bioraffineria potrà avere una configurazione flessibile, che permetterà la produzione sia di Sustainable Aviation Fuel per il trasporto aereo, sia di Hydrogenated Vegetable Oil per il trasporto su strada, ferroviario e marittimo. L’impianto potrà lavorare fino a 650mila tonnellate l’anno, pari a una capacità produttiva di 12.500 barili al giorno di biocarburante. Saranno usate materie prime non in competizione con la filiera alimentare, come oli usati di frittura, grassi animali, scarti della lavorazione degli oli vegetali e altre biomasse tra cui gli oli di microalghe, che saranno sperimentati nel medio termine.