In un'ampia operazione di contrasto alle frodi fiscali, i finanzieri del Comando Provinciale di Catania, con il supporto dei funzionari dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, hanno eseguito provvedimenti emessi dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania. Sono state applicate misure cautelari detentive e interdittive nei confronti di quattordici persone, mentre altre quindici sono indagate. Nello stesso tempo i magistrati hanno disposto il sequestro di beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di circa due milioni di euro. L'operazione ha interessato le province di Catania, Agrigento, Caltanissetta, Palermo e Ragusa.
L'indagine, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania, ha svelato un complesso sistema di frode che ruotava attorno alla vendita, su vasta scala, d’ingenti quantità di gasolio agevolato a uso agricolo. L'organizzazione acquistava il prodotto a prezzo agevolato e lo vendeva al settore dell'autotrazione, che è soggetto a una maggiore tassazione. Questo meccanismo era organizzato da un soggetto catanese nato nel 1983, che agiva come amministratore di fatto di una società di Palermo e di una ditta individuale di Catania, entrambe formalmente gestite da altri membri dell'organizzazione.
Il gasolio agevolato, con un'Iva ridotta del 10% e accise significativamente più basse rispetto a quelle applicabili all'autotrazione, veniva acquistato e poi trasferito a quattro depositi situati principalmente nella provincia di Agrigento, dove era venduto per l’autotrazione. Per aggirare i controlli, la società palermitana emetteva documenti di trasporto falsi (e-Das), che venivano distrutti o nascosti quando il carburante raggiungeva la destinazione finale.
Nell'ambito dell'associazione, è emersa la figura di un imprenditore paternese, titolare di una società di autotrasporti, che metteva a disposizione le autocisterne necessarie al trasporto del carburante verso i depositi. Questo imprenditore agiva in stretta collaborazione con l'ideatore del sistema fraudolento, organizzando e coordinando i trasporti con l'aiuto di tre autisti coinvolti nella frode.
Nel corso delle indagini, la Guardia di Finanza ha svolto tre interventi che hanno portato al sequestro di 41mila litri di gasolio agricolo, quattro autocisterne, un semirimorchio e altre attrezzature impiegate per la commercializzazione illecita del carburante. Le attività investigative hanno inoltre permesso di risalire a una serie di operazioni di riciclaggio dei proventi illeciti, effettuate tramite la società palermitana per nascondere la provenienza del denaro e perpetuare il sistema fraudolento.
Sulla base delle evidenze raccolte, il Gip ha disposto misure cautelari personali per quattordici indagati, tra cui due custodie cautelari in carcere, quattro arresti domiciliari e otto obblighi di dimora con ulteriori restrizioni. Sono stati anche sequestrati sei depositi di stoccaggio coinvolti nella frode, cinque dei quali in provincia di Agrigento e uno in provincia di Palermo.