La mattina del 26 marzo 2024 la Guardia di Finanza ha eseguito un’operazione coordinata dagli uffici di Bologna, Napoli e Roma della Procura Europea, che ha smantellato una vasta organizzazione che avrebbe venduto carburanti in Italia evadendo sistematicamente l’Iva. L’indagine, soprannominata “Fuel family” ha scoperto un’associazione per delinquere formata da almeno dieci persone (alcuni legati da vincoli familiari, da qua il nome) che aveva ramificazioni anche all’estero.
Secondo gli inquirenti, l’organizzazione acquistava il carburante all’estero, soprattutto in Slovenia e Croazia, tramite una rete di quarantuno società “cartiere” con sede in Campania e Lombardia, che s’inserivano tra i venditori esteri e la distribuzione italiana. Queste società hanno sistematicamente evaso il pagamento in Italia dell’Iva. Gli inquirenti ritengono che al vertice di questa filiera operava una società con sede a Rovigo e deposito fiscale a Magenta, in provincia di Milano, dove giungeva la maggior parte del prodotto importato.
Per coprire la frode, le società “cartiere” avrebbero emesso e usato fatture per operazioni inesistenti per un ammontare di oltre un miliardo di euro determinando un’evasione dell'Iva di oltre 260 milioni. In una nota, la Guardia di Finanza scrive che “sarebbe stato inoltre accertato il riciclaggio di proventi illeciti per un ammontare complessivo di oltre 35 milioni di euro, prima trasferiti sui conti correnti di società ungheresi e rumene, quindi monetizzati attraverso sistematici prelievi di denaro contante e infine consegnati ai promotori del sodalizio”.
Questa frode non è servita solamente a non pagare l’Iva e quindi a trattenere gli importi dell’imposta, ma anche a vendere i carburanti a prezzi sottocosto ai distributori stradali, praticando così un’illecita concorrenza. L’operazione è stata condotta dai Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria delle Guardia di Finanza di Verbania, Rovigo, Roma, Napoli e Caserta, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata e con il II Gruppo Napoli.
Il 26 marzo, I Finanzieri hanno eseguito misure cautelari nei confronti di otto persone, cinque dei quali agli arresti domiciliari e tre all’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. Inoltre, i militi hanno sequestrato a 59 persone e tredici imprese beni per circa 300 milioni di euro.