L’invasione russa dell’Ucraina e le conseguenti sanzioni contro la Russia costringono i Paesi europei a ridefinire non solo gli approvvigionamenti energetici, ma le fonti stesse. È quella che la Commissione Europea chiama “la trasformazione del sistema energetico europeo”, che definisce “doppiamente urgente”, perché non solo bisogna porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili russi (che costano quasi cento miliardi di euro l’anno) ma anche per affrontare il riscaldamento globale. Per questo motivo, il 19 maggio 2022 la Commissione ha presentato il piano REPowerEU, che si basa su tre pilastri: risparmio energetico, diversificazione delle forniture e diffusione delle energie rinnovabili.
La riduzione del consumo d’energia “è il modo più rapido ed economico per affrontare l'attuale crisi energetica e ridurre le bollette”, scrive la Commissione, che ha pubblicato una comunicazione per illustrare i comportamenti di famiglie e industria per ridurre la domanda di gas e petrolio del cinque percento. Per diversificare le forniture la Commissione ha realizzato una Piattaforma per acquisti comuni volontari di gas e idrogeno, “mettendo in comune la domanda, ottimizzando l'uso delle infrastrutture e coordinando le richieste ai fornitori”. Il passo successivo sarà un meccanismo di acquisto congiunto, che negozierà e stipulerà contratti per conto degli Stati partecipanti.
L’accelerazione delle energie rinnovabili nella produzione di energia, nell'industria, negli edifici e nei trasporti propone di aumentarla dal 40% al 45% entro il 2030, nell'ambito del pacchetto Fit for 55. Tra le misure prese in considerazione c’è il raddoppio dell’energia fotovoltaica entro il 2025 e l’installazione di 600 GW entro il 2030, anche tramite l'obbligo d’installare pannelli solari sui nuovi edifici pubblici e commerciali e sui nuovi edifici residenziali. Inoltre, gli Stati membri dovrebbero creare aree dedicate alle energie rinnovabili, con processi di autorizzazione più brevi e semplificati nelle aree a minor rischio ambientale.
Un punto riguarda la produzione interna d’idrogeno rinnovabile con l’obiettivo di dieci milioni di tonnellate, cui si aggiungerebbero altri dieci milioni in importazione, entro il 2030 “per sostituire il gas naturale, il carbone e il petrolio nelle industrie e nei settori dei trasporti difficili da decarbonizzare”. Per accelerare i progetti sull’idrogeno, la Commissione stanzia altri 200 milioni di euro per la ricerca. Bruxelles vuole anche aumentare la produzione di biometano a 35 miliardi di metri cubi entro il 2030.
Il piano parla anche di trasporti, col fine di migliorare i risparmi energetici e accelerare la transizione versi veicoli a emissioni zero. A tale scopo, la Commissione presenterà uno specifico pacchetto di misure dedicato al trasporto delle merci. La realizzazione di tutti gli obiettivi di REPowerEU richiederà un investimento aggiuntivo di 210 miliardi di euro fino al 2027, che saranno realizzati dai settori pubblico e privato a livello nazionale, transfrontaliero e comunitario.