La Guardia di Finanza, sotto la direzione del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Asti, ha eseguito il 16 maggio 2024 il sequestro preventivo di sette siti adibiti allo stoccaggio illegale di gasolio. Sei di questi si trovano nella provincia di Asti e uno nel torinese. Durante le perquisizioni, i militi hanno sequestrato quattro autobotti e circa 15mila litri di gasolio.
Le indagini sono sorte dall’osservazione di movimenti sospetti e frequenti di autobotti e altri veicoli presso un impianto artigianale. Poi è emerso che il gestore utilizzava i locali aziendali come deposito e distributore abusivo di carburante. Il gasolio veniva venduto in nero a 90 centesimi al litro, senza rispettare le norme di sicurezza antincendio e frodando il fisco. Il carburante, di dubbia provenienza, presentava una colorazione marrone dovuta alla miscelazione di diverse tipologie di prodotto.
L’inchiesta ha rivelato il coinvolgimento di due gruppi distinti di indagati, tra cui autisti di autobotti e dipendenti di imprese del settore petrolifero, oltre al gestore di una ditta di autotrasporto. I camionisti, dopo aver completato le consegne giornaliere ufficiali, portavano parte del carburante residuo verso i depositi clandestini. Sedici clienti sono stati scoperti ad acquistare il carburante illegale e sono stati segnalati per ricettazione.
Le accuse mosse agli indagati comprendono truffa aggravata, riciclaggio, ricettazione e violazione del Testo Unico sulle Accise per evasione fiscale. Durante le perquisizioni, è stato scoperto anche un sistema di frode che permetteva di falsificare le erogazioni di gasolio tramite un telecomando simile a quello dei cancelli automatici, ingannando così i clienti.