La Russia sta reagendo alle sanzioni imposte dall’Unione Europea dopo l’invasione dell’Ucraina con una riduzione delle forniture di gas naturale. Ha cominciato con la Germania il 14 giugno 2022, quando Gazprom ha annunciato una riduzione dell’immissione giornaliera di gas nella condotta North Stream 1 del quaranta percento, passando da 167 a 100 milioni di metri cubi al giorno. Formalmente, il motivo è tecnico: il taglio sarebbe causato dalla mancata restituzione di alcune attrezzature per gasdotto inviate negli impianti tedeschi di Siemens per revisioni o riparazioni. La società tedesca ha lasciato la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Ma gli analisti danno un’interpretazione anche politica di questa decisione.
Il 15 giugno è la volta dell’Italia, come annuncia una nota telegrafica dell’Eni pubblicata sul sito web del gestore Mercati Energetici, nella sezione delle “informazioni privilegiate”. La società energetica scrive di avere ricevuto “una comunicazione “di una limitata riduzione dei flussi dal proprio fornitore russo relativamente all'approvvigionamento gas verso l'Italia. Eni continuerà a monitorare l'evoluzione della situazione e comunicherà eventuali aggiornamenti”. L’Ansa riporta una dichiarazione di un portavoce dell’Eni secondo cui “Gazprom ha comunicato una limitata riduzione delle forniture di gas per la giornata di oggi, pari a circa il 15%. Le ragioni della diminuzione non sono state al momento notificate".
Le riduzioni delle forniture russe stanno causando un ulteriore aumento del prezzo del gas naturale. Il 15 giugno, allo hub olandese Tft (considerato il riferimento europeo) il contratto è scambiato a 99,39 euro al megawattora, in crescita del 2,45%. Gli analisti non prevedono conseguenze immediate, ma questo taglio potrebbe compromettere la possibilità di Germania e Italia di ricostituire pienamente le scorte, sia per preparasi al prossimo inverno, sia per rifornire altri Paesi europei.
Sempre il 15 giugno, la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, ha annunciato la firma da parte dell’Unione di un accordo per la fornitura di gas con Israele ed Egitto. L’intesa prevede che il gas estratto in Israele arriverà via condotte agli impianti di liquefazioni egiziani dei porti di Idku e Damietta, dove sarà imbarcato per l’Europa. La presidente non ha precisato le quantità interessate, dicendo solo che saranno “significative”. Si stima che quest'area abbia una capacità totale per le esportazioni di 20 miliardi di metri cubi l’anno.