Le turbolenze politiche continuano a colpire il mercato internazionale del gas naturale. Il 25 luglio 2022 la compagnia energetica russa Gazprom ha annunciato un ulteriore riduzione del flusso di metano diretto verso l’Europa attraverso il gasdotto Nordstream 1, che arriva in Germania. Dal 27 luglio, la fornitura scenderà a 33 milioni di metri cubi al giorno, ossia il venti percento della capacità del gasdotto. Gazprom afferma che ciò avviene per motivi tecnici, ma il ministero dell’Economia tedesco sostiene che non c’è alcuna causa tecnica che lo giustifichi.
L'annuncio della società energetica ha immediatamente causato l’aumento del prezzo del gas naturale sulla piazza di Amsterdam, che è il riferimento per l’Europa. Il prezzo è aumentato del dieci percento, raggiungendo i 176 euro al Mwh. Ciò avviene mentre l’Europa sta cercando di stoccare più metano possibile in vista dell’inverno, che secondo la commissaria europea all'Energia, Kadri Simson, ha raggiunto il 66%.
Per affrontare la crisi del gas, la Commissione Europea ha proposto un piano di emergenza che prevede un taglio dei consumi del quindici percento dal 1° agosto 2022 al 31 marzo 2023. Tale riduzione diventerà obbligatoria se almeno cinque Paesi chiedano lo stato di allerta. Sono previste alcune deroghe per le “isole energetiche” e per i Paesi Baltici. Per quanto riguarda l’Italia, il taglio dovrebbe essere del 7%. Ma il piano sta ricevendo diverse critiche e la ferma opposizione dell’Ungheria.