L’incontro avvenuto il 17 gennaio 2023 tra i rappresentanti dei gestori dei distributori di carburanti e il ministro delle Imprese, Alfonso Urso, per scongiurare il fermo proclamato per il 25 e 26 gennaio non ha portato alcun risultato concreto. Al termine della riunione le tre sigle del settore – Faib, Fegica e Fisisc – hanno affermato che il fermo è comunque in vigore, seppur congelato e che il 19 gennaio si svolgerà un nuovo incontro e solo dopo sarà comunicata la decisione definitiva sulla protesta.
Al centro della vertenza c’è il Decreto Legge emanato dal Governo che impone ai gestori di esporre il prezzo medio dei carburanti, che ora ha iniziato il percorso parlamentare per la conversione. Un testo che non piace ai gestori e sul quale il ministro Urso ha dichiarato che in Aula potrebbe subire modifiche. Urso ha precisato che il Decreto vuole “contenere ogni tentativo speculativo”, anche se sui recenti aumenti non è dimostrata alcuna speculazione.
Sulla riunione le tre sigle hanno assunto posizioni diverse. Mentre la Faib parla di “passi in avanti”, la Fegica esprime “delusione”, precisando che “durante l’incontro non c’è stato nessun impegno concreto: i verbi continuano ad essere coniugati al futuro e al condizionale. Per il momento non c’è niente che ci possa far dire che lo sciopero è revocato”.
La Faib dichiara che “il Governo sta lavorando a soluzioni diverse rispetto al cartello, anche informatiche, che pur garantendo la massima trasparenza sugli impianti non impongano oneri quotidiani eccessivi ai gestori, disinnescando la questione delle sanzioni. Sarebbe la strada giusta”.
La Figisc assume una posizione intermedia, affermando che l’incontro ha avuto “aspetti positivi e negativi” e si aspetta un “atteggiamento più concreto” nell’incontro del 19 gennaio. La sigla propone un codice QR collegato all’Osservatorio Prezzi del ministero (che elabora il prezzo medio dei carburanti) invece che l’esposizione di un cartello in tutti i distributori.
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