La mattina del 9 febbraio 2023 la Guardia di Finanza di Trento ha eseguito un’ordinanza di sei misure cautelari con obbligo di dimora, nell’ambito di un’indagine internazionale su frodi nell’importazione e commercio di gasolio per autotrazione che ha posto sotto indagine in Italia 41 persone, di cui dodici straniere. Inoltre, i Finanzieri hanno attuato un sequestro preventivo di 3,2 milioni di euro. A livello internazionale, l’indagine è stata coordinata da Eurojust ed Europol. L’inchiesta è partita dalla Procura di Trento ed è stata condotta Dal Gico del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Trento unitamente al Gruppo di Trento.
L’inizio è stato un controllo di un’autocisterna proveniente dalla Germania all’interno dell’interporto di Trento. Il camion era guidato da un autista lettone ed era diretto in provincia di Foggia con un carico formalmente composto da 26mila litri di olio lubrificante. Una verifica più approfondita ha rivelato invece che la cisterna conteneva gasolio e quindi la Procura ha aperto un fascicolo. L’indagine è quindi proseguita, anche con intercettazioni e incrocio d’informazioni di banche dati, ricostruendo un “ingente e consolidato traffico internazionale di gasolio gestito da soggetti collocati in Lettonia, Lituania, Germania e Italia, finalizzato ad introdurre e commercializzare nel territorio italiano prodotto energetico in evasione d’imposta (accisa)”, spiega una nota della Finanza.
In particolare, gli inquirenti hanno ricostruito ben 204 episodi d’importazione illecita, con l’introduzione di cinque milioni di litri di gasolio nel biennio 2021-2022. Al vertice dell’organizzazione di contrabbandieri è ritenuto un lituano residente in Germania, aiutato da un lettone titolare di un’impresa di autotrasporto. Questi due indagati avrebbero rifornito tre complici nella provincia di Foggia che rivestivano il ruolo di grossisti.
Le intercettazioni hanno rivelato che il gasolio proveniva da un deposito in Germania, nella città di Forst vicina al confine con la Polonia. Per il trasporto, invece di caricarlo su autocisterne Adr era versato in grandi contenitori di plastica, che poi erano caricati su autoarticolati con targa lettone o lituana, che entravano in Italia dal Brennero. Ciò in evidente violazione di ogni norma sulla sicurezza. In territorio italiano erano organizzate staffette di camion per eludere i controlli, fino a depositi nelle provincie di Foggia, Bari e Barletta-Andria-Trani. Quello principale era a Cerignola.
In questi siti il gasolio era riversato su autocisterne che rifornivano distributori stradali (soprattutto senza logo), ma anche quelli d’imprese edili, di autotrasporto e depositi commerciali. Per risultare formalmente in regola, questi veicoli viaggiavano con falsi documenti di trasporto e fiscali che attestavano il regolare pagamento delle accise, emessi da due società con sede nelle provincia di Napoli e Foggia. Tra i beni sequestrati al termine dell’operazione, ci sono un distributore di carburante e 48 veicoli, tra trattori stradali e rimorchi. I Finanzieri hanno sequestrato anche 50mila litri di gasolio, ceduti ai Vigili del Fuoco di Trento per rifornire i mezzi di soccorso.