Un passo avanti significativo per la circonvallazione ferroviaria merci di Trento. Il Comitato speciale per i progetti del Pnrr, appositamente costituito dal Consiglio superiore dei Lavori pubblici ha approvato il Progetto di fattibilità tecnico economica (Pfte) dell’opera proposta da Rfi che prevede una variante merci sotto la collina est del capoluogo con una doppia galleria lunga 12 chilometri. In seguito a questa delibera, il gestore della rete ferroviaria nazionale ha immediatamente avviato quello che viene definito il cantiere pilota di risanamento ambientale dell’area a nord di Trento. Questo intervento è stato richiesto dal Comune di Trento come condizione vincolante per ottenere il via libera della nuova opera ferroviaria.
Sono due le aree industriali da anni inquinate e da bonificare, la ex Sloi e la ex Carbochimica. L’Ordine dei geologi di Trento aveva messo in guardia su possibili imprevisti che potrebbero rallentare la costruzione della circonvallazione ferroviaria, appesantendo ancora di più il costo. Anche perché non avrebbe senso una bonifica parziale solo per il tratto interessato, ma il risanamento andrebbe affrontato in modo complessivo e definitivo. Da qui è nata la richiesta del progetto pilota per sondare effettivamente le condizioni ambientali e predisporre un intervento risolutivo.
Il dibattito pubblico, previsto dalla normativa, che ha preceduto la definizione delle linee guida del progetto è stato piuttosto animato, con numerose voci critiche soprattutto da parte dei comitati locali. Al Comune è toccato oltre a un ruolo propositivo anche quello di sintesi e di interfaccia con i progettisti di Rfi. Oltre alla richiesta di un intervento incisivo dal punto di vista ambientale, il Comune ha proposto altri investimenti giudicati vincolanti. Due in particolare i più significativi. Il primo è la richiesta di prolungare la galleria artificiale della nuova linea di circonvallazione merci verso nord per circa 150 metri, in modo da ridurre l’impatto ambientale senza compromettere le caratteristiche richieste al tracciato ferroviario per raggiungere lo scalo merci e quello dell’interporto.
Il secondo, e più rilevante, anche se solo in prospettiva, è rappresentato dalla richiesta della predisposizione di due cameroni nella parte nord della galleria di Trento, in pratica un bivio sotterraneo all’altezza della frazione di San Donà per permettere il proseguimento del tunnel ferroviario in direzione nord verso Salorno. In questo modo, in prospettiva futura, i treni merci non diretti all’interporto trentino proseguiranno in galleria in direzione del Brennero, mentre lungo il tracciato previsto dalla circonvallazione transiteranno i soli treni merci diretti al terminal annullando sostanzialmente l’impatto sui territori a nord della città.
Queste prescrizioni sono state inserite nel dossier predisposto da Rfi e inviato al Consiglio Superiore dei Lavori pubblici. Con l’approvazione del Progetto di fattibilità tecnico economica, il gestore della rete può quindi predisporre il progetto definitivo, finanziato con i fondi del Pnrr per un importo di 900 milioni di euro. E aprire i cantieri con la scommessa, tutt’altro che scontata, di terminare i lavori entro il 2026.
Piermario Curti Sacchi