Dopo due anni di calo, il trasporto ferroviario delle merci nell’Unione Europea è tornato a crescere nel 2021. Lo mostra la rilevazione di Eurostat diffusa il 3 novembre 2022, secondo cui il traffico ha sfiorato i 399 miliardi di tonnellate-chilometri, con un incremento dell’8,7% rispetto all’anno precedente e avvicinandosi ai livelli del 2018. Il migliore trimestre è il secondo, quando il tasso di crescita annuale ha raggiunto il 20,5%. Nel terzo trimestre il tasso è sceso all’8%, mentre nel primo e quarto trimestre si è attestato al 3,4%.
In termini assoluti, la migliore prestazione del 2021 è avvenuta in Germania, con la produzione di 123 miliardi di tonnellate-chilometri, ossia il 31% del totale comunitario, seguita da Polonia e Francia, rispettivamente con 54 e 36 miliardi di tonnellate-chilometri. Ma la crescita non è avvenuta ovunque. Infatti sette Paesi mostrano un andamento negativo rispetto all’anno precedente: Danimarca (-18,9%), Portogallo (-18,3%), Lituania (-8,2%), Lettonia (-7,7%), Irlanda (-5,2%), Croazia (-3,3%) e Ungheria (-2,1%).
Tra chi è cresciuto, le percentuali maggiori appaiono in Estonia (+22,9%), seguita da Spagna (+20,3%), Slovacchia (+18,6%), Italia (+15%), Germania (+13,5%), Francia (+13,3%) e Romania (+10,9%). Però la crescita assoluta maggiore è avvenuta in Germania (+14,7 miliardi di tonnellate-chilometri) e Francia (+4,2 di tonnellate-chilometri).
Sempre in ambito comunitario, all’inizio di novembre la Commissione Europea ha annunciato l’approvazione della proroga fino al 2027 del sostegno italiano al trasporto ferroviario delle merci, che prevede uno stanziamento di 200 milioni di euro, che portano l’importo complessivo a 500 milioni. Si tratta del provvedimento già approvato nel 2016 e prorogato due volte nel 2017 e nel 2019 e che avrebbe dovuto scadere a dicembre 2022.
Il comunicato della Commissione non chiarisce quale sia l’incentivo che ha ottenuto la proroga, me l'associazione FerCargo suppone che riguardi lo sconto sulle tracce ferroviarie istituito per compensare i costi supplementari di accesso all’infrastruttura ferroviaria, soprattutto nelle regioni meridionali.