La battaglia per conqustarei macchinisti dei treni merci (e non solo) è tornata ad acuirsi dopo le prime scintille dello scorso autunno. I contendenti sono da una parte Mercitalia Rail, la neonata impresa ferroviaria dedicata al cargo e parte della divisione Mercitalia Logistics del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, dall'altra le imprese ferroviarie private aderenti all'associazione di categoria FerCargo.
Sotto accusa è la recente pratica di Mercitalia di attrarre e assumere macchinisti formati e impiegati da diverse imprese ferroviarie (tra cui Ntv, Gts, Interporto Servizi Cargo, Compagnia Ferroviaria Italiana e Ferrotramviaria) per i quali queste stesse società negli anni passati hanno investito per formarli e fornire loro le abilitazioni necessarie. Oltre alla beffa di vedere così vanificato un investimento fatto sul personale, c'è il danno di rimanere a corto di risorse umane in grado di assicurare i servizi ferroviari venduti perché sul mercato i macchinisti abilitati sono rari.
Quando, in occasione del convegno Mercintreno tenutosi a Roma lo scorso autunno, il tema venne pubblicamente sollevato dal presidente di FerCargo., Giancarlo Laguzzi, da Trenitalia Cargo era arrivata la replica di Giorgio Botti che aveva detto: "Le professionalità vengono reperite sul mercato rispettando le regole del mercato. Trenitalia Cargo ha vissuto un periodo in cui era necessario guardare all'efficienza di gestione e alla riduzione dei costi; oggi ha una strategia di rilancio molto ambiziosa e deve cogliere le opportunità del mercato. Il mercato non può valere in una sola direzione".
Per mesi il problema sembrava quantomeno ridimensionato ma ora torna d'attualità con le parole dello stesso Laguzzi, che in occasione della presentazione della "Scuola per tecnici di gestione e conduzione dei mezzi ferroviari" nata a Venezia grazie alla Fondazione ITS Marco Polo e al sostegno della Regione Veneto, ha affermato: "Tutte le imprese ferroviarie nostre associate stanno formando e assumendo giovani disoccupati o inoccupati, contribuendo a ridurre il drammatico dato del 40% di disoccupazione giovanile di questo Paese, provocando saldo positivo nel mercato del lavoro e senza sottrarre personale già formato e qualificato ad altre imprese, come sta invece facendo l'Azienda di Stato, ex monopolista, Mercitalia Rail".
Sul tema è intervenuto anche Ivan Catalano, deputato del gruppo parlamentare Civici e Innovatori che alla metà di marzo fa ha presentato un'interrogazione parlamentare proprio sul piano di rilancio di Mercitalia Logistics, scrivendo: "Mercitalia, la nuova società di cargo ex Trenitalia, prosegue nell'opera di reclutamento di macchinisti dai suoi concorrenti del settore merci, in modo non trasparente e mediante la leva di alcune sigle sindacali. Un atteggiamento inammissibile nel libero mercato".
Catalano ha proseguito: "Dobbiamo ricordare che i macchinisti non si formano in scuole, ma vengono istruiti dalle aziende a proprie spese e per loro rappresentano un investimento legato a previsioni di sviluppo. Se di punto in bianco una grande azienda come Mercitalia drena questo personale specializzato, non solo le aziende perdono l'investimento, ma rischiano di veder saltare anche le loro commesse per mancanza di personale. Ecco perché trovo la pratica di reclutamento nel privato fatto dall'azienda a partecipazione pubblica Mercitalia un comportamento scorretto, che non crea nuovi posti di lavoro, ma compromette gli investimenti su rotaia del ministro Delrio, spostando, col venir meno delle commesse, ancora di più il business delle merci su gomma".
Catalano conclude che "Mercitalia può benissimo avvalersi del personale interno, attualmente in esubero, riqualificandolo. Sarà mia cura informare le autorità di vigilanza di questa inconcepibile vicenda".
Nicola Capuzzo
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