Secondo i giudici d'appello di Firenze, gran parte delle condanne comminate dai loro colleghi di primo grado è legittima, confermando così l'impianto accusatorio sulle responsabilità del grave incidente ferroviario di Viareggio, che nella notte del 29 giugno 2009 causò la morte di 32 cittadini di Viareggio per l'incendio di Gpl uscito da una ferro-cisterna sviata. Secondo l'accusa, la responsabilità dell'incidente ricade su chi possedeva le ferrocisterne e ne curava la manutenzione, ma anche sul gestore delle rete ferroviaria. Perciò, i giudici di Appello hanno confermato la condanna a sette anni emessa in primo grado a Lucca per Mauro Moretti, al tempo amministratore delegato di FS e di Rfi, a sei anni per Michele Mario Elia (anch'egli ex amministratore delegato di Rfi) e a Vincenzo Soprano (ex amministratore delegato di Trenitalia). Per questi dirigenti, il pubblico ministero dell'Appello aveva chiesto condanne superiori.
Altri imputati hanno lievi riduzioni in appello, mentre un imputato assolto in primo grado (Joachim Lehmann, supervisore presso l'Officina Jugenthal di Hannover) è stato condannato in secondo grado a sette anni e tre mesi. Altri stranieri, dipendenti o collaboratori della Jungenthal, di Gatx Rail Germania e di di Gatx Rail Austria hanno subito condanne tra sei e otto anni. Alcuni imputati hanno beneficiato della prescrizione avvenuta nel maggio 2018 per i reati d'incendio e lesioni plurime, sia con una riduzione della pena, sia con un'assoluzione. Precisiamo però che Moretti ha rinunciato alla prescrizione. I giudici d'Appello hanno confermato anche la parte della sentenza di primo grado che riguarda i risarcimenti alle parti civili.
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