Il gruppo Contship Italia ha chiesto a Rete Ferroviaria Italiana i danni per i mancati introiti conseguenti all'interruzione della linea ferroviaria a seguito dell'incidente avvenuto a Pioltello lo scorso gennaio. È scritto nell'ultima trimestrale di Eurokai, il gruppo tedesco che controlla Contship, dove si legge che al peggioramento dei risultati finanziari nel primo trimestre dell'anno hanno contribuito anche le restrizioni operative di cui è rimasto vittima il terminal intermodale di Melzo (Milano Rail Hub) a seguito dell'incidente ferroviario accaduto a Pioltello il 25 gennaio. Per questi mancati introiti (si parla di alcuni milioni di euro) Contship Italia chiederà i danni a Rfi se effettivamente verrà accertato che il gestore della rete ferroviaria è il responsabile dell'incidente avvenuto per scarsa o errata manutenzione dei binari.
A inizio febbraio, dopo circa due settimane dall'incidente ferroviario di Pioltello, Contship Italia aveva inviato una nota dove denunciava che il terminal intermodale di Melzo risultava ancora bloccato, con impossibilità, per uno dei più attivi centri intermodali del nord Italia, di far entrare e uscire i treni nazionali e internazionali. "È auspicabile che tutti i soggetti coinvolti lavorino con maggiore rapidità per evitare ulteriori ricadute economiche negative sulle aziende e gli operatori privati, che così tanto hanno investito per il trasporto ferroviario delle merci e per il rilancio della competitività dei porti italiani verso i mercati d'oltre Alpe",» affermava Contship. Che poi aveva aggiunto: "Duole constatare che il tema del trasporto ferroviario delle merci in Italia, al di là del positivo cambio di passo impostato dal ministro Delrio con la cosiddetta cura del ferro, continui a scontare un problema di percezione e strategicità. Non solo per ciò che riguarda lo stato delle infrastrutture, ma anche per ciò che attiene agli impatti sull'ambiente e alle ricadute in termini di competitività delle merci. Competitività che un maggiore trasporto via ferro garantirebbe ai prodotti italiani e agli operatori che servono i mercati che non hanno accesso diretto ai porti nel centro Europa. Questo si evince dal fatto che dopo tredici giorni rimangono ancora fortemente penalizzati, se non completamente interdetti, i collegamenti dei treni merce nella linea oggetto di sequestro da parte della magistratura».
Nicola Capuzzo
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