Nonostante le turbolenze politiche mai sopite e uno scacchiere geopolitico tutt’altro che stabile, l’Iraq vuole rivestire un ruolo chiave nelle relazioni commerciali tra il Golfo Persico, e quindi l’Asia occidentale, e l’Europa. Le autorità di Baghdad hanno progettato un nuovo corridoio ferroviario per collegare il Golfo Persico, che per un breve tratto bagna l’Iraq, con la Turchia.
Il progetto prende il nome di dry canal, letteralmente canale secco, a sottolineare il proseguimento ideale sulla terraferma del Grand Faw Port, il grande scalo marittimo in costruzione dal 2020. Il nuovo asse ferroviario raggiungerà il nord dell’Iraq e quindi la Turchia con un tracciato lungo 1200 chilometri e nelle intenzioni di Baghdad sarà una relazione alternativa al transito marittimo dal canale di Suez. A svolgere lo studio di fattibilità di questo collegamento è la società italiana Peg Engineering & Contracting. Il progetto sarà messo a punto entro la fine del 2023 e subito dopo dovrebbero partire le prime gare d’appalto.
Il coinvolgimento della Turchia in questa relazione trans-asiatica non è un caso. Ankara intende accrescere il suo ruolo di principale paese di transito per il traffico ferroviario da est a ovest e già riveste una funzione importante nel Middle Corridor, dove le merci provenienti dalla Cina vengono spedite a occidente attraverso il Mar Caspio. Ultimamente, sempre più compagnie stanno includendo nella loro rete commerciale anche i porti turchi con i relativi collegamenti ferroviari.
Quando il Grand Faw Port sarà completato, questo aggiungerà un’altra opportunità per i collegamenti e i traffici provenienti dal sud-est. Le merci, come quelle asiatiche o dall’India, potranno così contare su uno hub aggiuntivo nella regione, vicino al porto iraniano di Bandar Abbas e al porto di Jebel Ali negli Emirati Arabi Uniti. Il Grand Faw Port è destinato a diventare uno dei più grandi scali marittimi del mondo e il maggiore nel Medio Oriente e rafforzerà la posizione geopolitica dell’Iraq.
Imponenti i dati tecnici dello scalo. La scogliera di difesa esterna del porto, ormai completata e costata quasi un miliardo di euro, è entrata nel libro dei primati perché con i suoi 14,5 chilometri è la più lunga del mondo. Ora sono in costruzione le prime sezioni della banchina di ormeggio, oltre ai collegamenti stradali e a quelli via acqua con il porto di Umm Qasr.
Piermario Curti Sacchi