La Corte dei conti federale tedesca ha presentato un rapporto al parlamento in cui si chiede al Governo di definire il ruolo futuro delle ferrovia tedesche, le DB, includendo eventualmente la separazione della gestione ferroviaria dall'infrastruttura e la cessione di parte delle due maggiori controllate, Arriva e Schenker. "Il governo federale e DB hanno eluso gli obiettivi principali della riforma ferroviaria avviata 25 anni fa", afferma Kay Scheller, presidente della Corte dei Conti federale. "Nel trasporto merci, la percentuale del traffico ferroviario è addirittura inferiore a quella del 1990".
La Corte sottolinea che quando DB fu costituita nel 1990 in seguito alla fusione delle ferrovie statali separate di quelle che erano le due Germanie, non aveva debiti. Nonostante il continuo sostegno del Governo, il debito a lungo termine di DB è ora di quasi venti miliardi di euro in crescita e le ferrovie non generano ricavi a sufficienza per finanziare gli investimenti nei prossimi anni.
La Corte afferma che il Governo federale è in parte responsabile della situazione attuale, in quanto non ha sorvegliato la governance di DB. E inoltre "il contesto che regola le varie modalità di trasporto rende difficile la competizione per le ferrovie". La Corte segnala come il governo federale ha permesso a DB di perseguire una politica di espansione internazionale a tal punto che le ferrovie federali sono presenti in circa 140 Paesi: "il 73% delle filiali del gruppo DB è domiciliato all'estero, 513 su 700 società. Al di fuori della Germania, il Gruppo genera oltre il 43% del fatturato, 18,6 miliardi di euro su 42,7".
L'organismo di controllo federale chiede al governo la cessione di alcune componenti non essenziali per il business nell'ambito delle due maggiori controllate di DB, Arriva (passeggeri) e Schenker (merci). Chiede inoltre che il governo studi diversi modelli organizzativi, compresa la separazione della gestione ferroviaria dall'infrastruttura. Con un occhio di riguardo per sviluppare una strategia intermodale nazionale.
Piermario Curti Sacchi
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