La pandemia di Covid-19 ha favorito il trasporto ferroviario di container tra Cina ed Europa, a causa della riduzione della capacità (e quindi un aumento delle tariffe) del trasporto aereo e marittimo. La conferenza di gennaio organizzata online dalla società kazako-russo-bielorussa United Transport and Logistics Company – Eurasian Rail Alliance ha coinvolto il Club del milione, che raccoglie le imprese cinesi, russe ed europee che svolgono quest’attività. Il milione si riferisce all’obbiettivo, in teu, che si vuole raggiungere entro il 2025.
Il presidente di Utlc-Era, Alexey Grom, ha comunicato che nel 2020 l’aumento del trasporto ferroviario ha superato il 64%, aggiungendo che “questa tendenza mostra che ora non si tratta tanto di aumentare la velocità dei treni in sé, ma piuttosto di rispettare le tabelle di marcia e di aumentare il numero di valichi di frontiera e di operazioni alle frontiere”.
Utlc-Era gestisce il 91% del trasporto ferroviario a scartamento largo tra Cina ed Europa, trasportando nel 2020 546.900 teu. Le merci che mostrano il maggiore aumento sono preparati e attrezzature mediche, ricambi di autoveicoli, componenti elettronici e refrigeranti. “Un effetto positivo è dovuto anche al fatto che dalla primavera del 2020 la Russia permette il transito sul suo territorio di cosiddette merci sanzionate, prime fra tutte verdura, frutta e prodotti alimentari di qualità”, precisa la società ferroviaria.
Il trasporto ferroviario di container tra Asia ed Europa interessa 92 città di 21 Paesi. Ma quasi la metà dei treni ha come destinazione od origine la Germania, che rappresenta lo snodo di questa Via della seta. La sola DB Cargo Eurasia, controllata da Deutsche Bahn, nel 2020 ha fatto circolare 12mila treni, tremila più dell’anno precedente, che hanno trasportato 200mila container. Le principali destinazioni sono Duisburg e Amburgo sul versante europeo e Chongqing, Xi’an, Hefei e Zhengzhou su quello cinese.
Utlc-Era valuta che i treni trasportano il tre percento del trasporto totale, stimando un volume totale su nave di circa 23 milioni di teu. Per il 2021, la società ferroviaria prevede un aumento del venti percento. Per sviluppare questo trasporto, gli operatori stanno rendendo più veloci le operazioni alle frontiere e quelle di trasbordo causato dai diversi scartamenti, da 1520 mm in Kazakistan, Russia e Bielorussia a 1435 mm in Cina ed Europa. In Kazakistan sono previsti cinque nuovi terminal intermodali e per diversificare i percorsi, si stanno sperimentando altri valichi di frontiera fra la Polonia e la Bielorussia in aggiunta a quello di Brest, sinora il più importante.
Durante la videoconferenza, il vice-presidente di Mercitalia Rail, Fabio Amato, ha esortato tutte le aziende operanti sul corridoio ferroviario eurasiatico, orientali e occidentali, ad “allearsi e sviluppare e consolidare format comuni di cooperazione”. Un punto di riferimento importante in Italia è l’interporto Quadrante Europa di Verona, il cui direttore Alberto Milotti ha affermato che “le prime forniture avvenute sfruttando tratte intermodali mostrano già altissime potenzialità. Il successo del nuovo collegamento dipende però dal grado di integrazione e dall’interazione di tutti i soggetti coinvolti. Pertanto siamo curiosi di vedere come sarà l’ulteriore sviluppo del nostro progetto comune”.