Aumentare le tariffe di accesso alla rete per recuperare sui costi ed equilibrare i bilanci o, al contrario, concedere sconti per favorire la modalità ferroviaria? A questa domanda le varie amministrazioni sembrano andare un po’ in direzioni diverse, per non dire in controtendenza. Due gli esempi opposti, quello virtuoso rappresentato dalla Romania che ha scelto di ridurre i costi e quello invece seguito dal Kazakistan che insiste nella richiesta di un adeguamento delle tariffe.
Le ferrovie romene Compania Națională de Căi Ferate (Cfr) hanno deciso una riduzione consistente dei costi per l’accesso alla rete con un obiettivo molto preciso, quello di favorire i trasporti intermodali. È questa tipologia di traffico, infatti, a beneficiare in modo particolare delle agevolazioni tariffarie che possono raggiungere il 33% rispetto ai costi standard. Le ferrovie della Romania hanno una politica tariffaria molto articolata che si basa su vari fattori, tra cui la distanza percorsa, l’itinerario prescelto, la massa del treno e la tipologia di merci trasportate.
Per ottenere il massimo della riduzione tariffaria, oltre a fornire esclusivamente un servizio di trasporto intermodale, occorre utilizzare percorsi specifici, probabilmente scelti in base alla saturazione delle linee. Lo sconto non si applica, oppure si applica solo parzialmente, a quelle imprese ferroviarie che già usufruiscono di agevolazioni, come quelle previste sui trasporti internazionali. Inoltre, Cfr specifica, a scanso di equivoci, che lo sconto non viene concesso a quei vettori che non sono in regola con i pagamenti, ai quali viene concesso un periodo massimo di 35 giorni per rientrare dal debito.
Se la Romania taglia i costi, le ferrovie kazake al contrario, pensano soprattutto alle esigenze di bilancio. Le Kazakhstan Temir Zholy (Ktz) sono tornate alla carica chiedendo al governo un adeguamento delle tariffe di accesso alla rete del 20,3%. Ktz giustifica la richiesta a causa dell’aumento dei costi e degli investimenti fatti sulle nuove linee con l’obiettivo di incassare almeno 150 milioni di euro.
Già all’inizio del 2024 le ferrovie avevano aumentato del 5% i costi standard di accesso ai binari, ma per il trasporto merci l’incremento è stato anche del 35%. A marzo 2024 le Ktz avevano quindi pianificato un ritocco dei prezzi per il trasporto di determinate tipologie di merci come il carbone, il ferro e i rottami metallici, ma il Governo aveva respinto la richiesta dopo le proteste delle imprese clienti che vedevano messa a rischio la propria competitività. Nonostante i ripetuti incrementi dei prezzi il bilancio delle ferrovie kazake è in profondo rosso. Per questo motivo il parlamento nazionale si è espresso a favore dello sdoppiamento delle ferrovie, dando vita da una parte a una società di gestione della rete direttamente dipendente dal ministero dei Trasporti e dall’altra all’azienda di trasporto, in modo da definire con chiarezza il perimetro dei costi e dei bilanci.
Piermario Curti Sacchi