Una banca dati europea armonizzata per conoscere le imprese ferroviarie virtuose nell’uso di carri merci silenziosi. È quanto auspica FFS Cargo, la società affiliata delle Ferrovie federali svizzere che si occupa dei trasporti commerciali. “Attualmente nel traffico merci transfrontaliero su rotaia, il controllo sui dati dei carri ferroviari prima dell’ingresso in Svizzera può essere eseguito solo manualmente”, osserva Malte Günther, dirigente responsabile vendite indirette di Ffs Cargo. Le ferrovie elvetiche stimano che tra il 15 e il 20% dei carri in transito in Svizzera non sia ammodernato e risanato dal punto di vista acustico.
Le Ffs, anche in considerazione della robusta quota detenuta nel trasporto merci su rotaia, sono state la prima impresa in Europa a puntare decisamente su una serie di misure per abbattere il rumore generato dai treni, soprattutto i merci. In primo luogo, si è puntato sull’installazione di barriere fonoisolanti lungo le linee (programma che prosegue tuttora), successivamente nel risanamento dei carri merci di proprietà. Quest’ultimo intervento si è concluso con la fine del 2019.
Dal gennaio 2020 in Svizzera possono essere omologati e circolare solo carri merci a basso impatto acustico. Questo risanamento è stato ottenuto principalmente sostituendo i vecchi ceppi in ghisa dei freni con nuovi e silenziosi ceppi in materiale composito. In questo modo i carri rispettano il limite di emissioni acustiche previsto in 83 dB.
Anche altre amministrazioni ferroviarie europee sono impegnate su questo fronte, ma l’orizzonte normativo è più elastico perché concede una proroga fino a cinque anni rispetto al limite che la Svizzera si è imposto. Ogni impresa ferroviaria ha un proprio database sul materiale rotabile, ma le varie banche dati non dialogano tra di loro. Ffs Cargo auspica che entro la fine del 2020 si possa arrivare almeno a uno scambio di informazioni in modo da controllare la situazione in tempo reale, a vantaggio non solo della popolazione residente lungo le linee ma per tutto il settore merci.
Le Ferrovie svizzere infatti in teoria potrebbero respingere i treni non conformi al loro regolamento, ma questo non avviene sia per ragioni pratiche sia per ragioni di opportunità, vale a dire non penalizzare il traffico su rotaia. Proprio per questo l’Ufficio federale dei Trasporti ha deciso di mantenere fino al 2024 l’attuale sistema di incentivi economici a favore delle imprese che intendono risanare il proprio parco carri.
Sulla stessa lunghezza d’onda si sta muovendo anche la Germania, sia puntando sull’innovazione tecnologica con una nuova tipologia di carri sperimentali sia sul risanamento fonico dell’esistente. Secondo le tedesche DB, alla fine del 2019 oltre il 90% dei carri della propria flotta, quasi 58mila esemplari, era stato adeguato. Ora l’obiettivo è completare l’intervento entro la fine del 2020. Comprendendo anche gli investimenti sulla rete, e quindi le barriere antirumore, nel solo 2019 le ferrovie tedesche hanno investito nella campagna antirumore quasi 119 milioni di euro.
Piermario Curti Sacchi