Fercargo denuncia (nuovamente) le modalità di reclutamento di macchinisti da parte del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane e sottolinea che "le assunzioni recentemente citate sulla stampa nazionale sono a saldo 0 per i livelli occupazionali italiani, almeno per quanto riguarda i macchinisti". Questa affermazione trova fondamento, secondo l'associazione, in un'improvvisa e numerosa richiesta di permessi per i giorni 5 e 6 marzo 2019 da parte del personale operativo in forza presso numerose imprese ferroviarie aderenti a Fercargo (che sono Adriafer, Captrain Italia, Compagnia Ferroviaria Italiana, DB Cargo Italia, Dinazzano PO, Ferrotramviaria, Ferrovie della Calabria, Fuorimuro, GTS Rail, Hupac, Interporto Servizi Cargo, InRail, OceanoGate, Rail Cargo Carrier Italia, Rail Traction Company, Sangritana, SBB Cargo Italia).
"Nelle date indicate, da fonti certe e attendibili, sono previsti dei test selettivi da parte di FS per il reclutamento di macchinisti. Si tratta di circa 140 addetti coinvolti in queste selezioni, la quota parte di essi per alcune aziende rappresenta oltre il 20% dei macchinisti in organico", spiega Fercargo nella sua comunicazione, ricordando che "questo comportamento scorretto dell'operatore incumbent non è una novità". Nel 2018 infatti, sono stati circa cento i macchinisti passati alle imprese del Gruppo FS.
La nota prosegue: "Non si comprende come mai, l'intero mondo delle nuove imprese ferroviarie assuma giovani a tempo indeterminato e li formi alla professione di macchinista, generando occupazione di qualità per il Paese, mentre le principali imprese ferroviarie del Gruppo FS prendono personale già formato, in quantità molto rilevante, dagli altri operatori del mercato ferroviario merci. Quest'ultimo peraltro il più sofferente in Italia, in termini di quote modali, ormai da diversi anni".
Recentemente, anche Trenord, impresa ferroviaria del trasporto regionale in Lombardia partecipata dal Gruppo FS, ha avviato un processo di selezione e formazione di personale, secondo il procedimento utilizzato in tutte le nuove imprese ferroviarie del trasporto merci ed evitando di assumere personale già formato e già in forza presso altre imprese. Fercargo spiega che le sue aziende hanno costantemente in aula, in fase di formazione, circa 350/400 giovani allievi ogni anno e questa scelta comporta un forte impegno economico e organizzativo che, invece, chi assume personale già formato non è costretto ad affrontare. Esiste una norma che rimborsa parte dell'investimento sui costi di formazione e per questo motivo, sottolinea Fercargo, "a maggior ragione non si comprende perché il Gruppo FS non utilizzi al meglio queste opportunità previste dalla legge e scelga invece di assumere macchinisti formati dalle imprese concorrenti".
Anche nel corso del 2018 le imprese aderenti all'associazione sono cresciute nonostante le difficoltà, hanno prodotto oltre un milione di treni-km in più, rispetto all'anno precedente, raggiungendo la quota di mercato del 48% sul trasporto nazionale, e un'ulteriore crescita è stata realizzata sul settore internazionale, raggiungendo il 68%. Fercargo nella sua nota informa che attiverà tutte le azioni possibili per tutelare l'interesse delle imprese aderenti, "nel rispetto delle regole vigenti e di una sana e libera concorrenza, che in questo paese continua a presentare difetti, nonostante la prima nuova impresa abbia iniziato a operare già dal lontano 2002".
Nicola Capuzzo
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