Il cambiamento di programma per i cantieri dello scalo ferroviario di Voltri Mare potrebbe interrompere l'attività di FuoriMuro Servizi Portuali e Ferroviari, che ha già ricevuto un duro colpo dall'interruzione della circolazione ferroviaria per cinquanta giorni lungo l'asse del Polcevera, causata dal crollo del ponte Morandi. Questo evento, secondo quando dichiara una nota emessa dalla società ferroviaria il 30 gennaio 2019, ha prodotto perdite per 600mila euro. "Il piano iniziale dei lavori prevedeva modalità di esecuzione che, pur limitando l'operatività ferroviaria, minimizzavano gli impatti negativi sulla circolazione e rappresentavano un compromesso sostenibile tra i disagi arrecati e i benefici attesi dal futuro potenziamento dello scalo cui gli interventi sono finalizzati" spiega Guido Porta, Ceo di FuoriMuro. Ma il programma originale è stato cambiato a causa del ritardo di circa un anno nell'avvio dei lavori unito alla necessità di rispettare la scadenza prevista per la consegna dell'opera, ossia dicembre 2019.
Dal 21 gennaio 2019, i cantieri operano tutte le notti della settimana (anziché la sola domenica), causando un impatto maggiore sulle manovre ferroviarie nel porto. Inoltre, tale cambiamento è stato annunciato a FuoriMuro poche settimane prima non è stata presa in considerazione nessuna delle proposte alternative presentate dalla società ferroviaria. Infine, i lavori prevedono la completa chiusura della linea per quindici giorni a ottobre, un mese di punta per i traffici portuali, mentre FuoriMuro ha chiesto di farlo in estate. Finora, la nuova programmazione ha causato un calo dei traffici del venti percento e tale situazione, se proseguirà sino alla fine dell'anno "metterà a forte rischio la sopravvivenza dell'azienda", scrive la società in una nota.
Ma non sarà solo FuoriMuro a risentire le conseguenze del fermo notturno, bensì l'intero trasporto ferroviario che fa capo al porto di Genova, causando un trasferimento di traffico dalla rotaia alla strada. Al termine della nota, FuoriMuro chiede a RFI e all'Autorità portuale di trovare una soluzione a tale problema. Anche i sindacati confederali hanno recentemente espresso preoccupazioni su FuoriMuro, dopo l'incontro avvenuto il 16 gennaio in Confindustria con la società ferroviaria. In questo caso, le tre sigle si sono preoccupate del buco di 600mila euro causato dal crollo del ponte Morandi.
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